“Dalla verità alla storia” è un impegno a cui si sente particolarmente legata l’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica: siamo convinti che la verità sulla tragedia sia stata conquistata, le sentenze della Magistratura hanno fornito importanti risposte. Ora però la vicenda deve essere inserita nella storia complessiva del nostro Paese e dunque l’impegno deve passare agli Storici. Non bastano più le inchieste giornalistiche, le indagini giudiziarie e nemmeno le ricostruzioni delle stesse vittime.
Si deve misurare sugli eventi la ricerca storica: in questo senso l‘Associazione si è già mossa con il Convegno dello scorso ottobre “1980- l’anno di Ustica” che cercava di mettere in luce la situazione internazionale, lo scenario nel quale si era svolta la tragedia, mentre è in cantiere un altro Convegno questa volta dedicato agli aspetti più nazionali.
Intanto però abbiamo avuto la Direttiva Renzi sulla desecretazione della documentazione dei Ministeri e della P.A, una occasione di rara preziosità dal punto di vista della ricerca storica.
Quindi a due anni dalla direttiva Renzi crediamo necessario aprire un momento di confronto, proprio nell’ambito delle iniziative per ricordare il XXXVI anniversario della Strage, con il Governo, cercando di mettere in primo piano il pensiero degli storici.
Ad oggi, il dato evidente, parlando essenzialmente della documentazione riguardante la strage di Ustica, è che “emerge drammaticamente che la stragrande maggioranza dei carteggi versati fa riferimento ad indagini successive agli eventi e non a documentazione prodotta nel periodo stesso di interesse”.
Nell’incontro non si affronterà la questione in termini di polemica, ma cercando di fare un passo indietro: partendo dalla intenzioni del Governo che può esplicitare le sue “finalità”, gli strumenti che si è dato, le indicazioni che ha fatto pervenire alle varie amministrazioni.
E d’altra parte far emergere “le esigenze” degli storici. L’importanza degli “episodi” definititi dalla direttiva, tutti cruciali per la vita del Paese deve imporre la necessità di una completa disponibilità di ogni tipo di documentazione: solo così si può aprire una stagione di adeguata ricerca che non si limiti alle inchieste giornalistiche e che non si accontenti degli esiti giudiziari. La storia , come dovuto, deve diventare protagonista a cominciare dalla disponibilità completa delle fonti.