Un Paese libero dalla corruzione e dalle mafie è fondamentale per ricostruire lo Stato di diritto, per soddisfare gli scopi della giustizia e per garantire i principi fondamentali di una società giusta nella quale integrità, trasparenza e onestà siano elementi portanti e non marginali. Sono convinto che affinché questo possa accadere occorrerà la piena partecipazione e il coinvolgimento, dei giovani che giocoforza saranno la prossima generazione di leader politici, amministratori, funzionari pubblici, educatori e quindi rappresenteranno il tessuto fondamentale della società. Ci sarà bisogno del loro impegno per frenare corruzione e mafie e per garantire l’avanzamento generazionale della comunità verso un futuro migliore incentrato sui valori di giustizia e di legalità.
Il fattore “educazione” è essenziale per una reale formazione delle generazioni future. Tale aspetto dovrà determinare in maniera categorica ed imprescindibile che scuola e università puntino su programmi di ristrutturazione e ammodernamento in linea con i cambiamenti della società, sviluppando idee positive e valori sociali che pongano i giovani al centro del sapere. Sarà necessario che tutti abbiano adeguato accesso all’istruzione, che le università si liberino dei baronati e del nepotismo e si punti a costruire strutture di ricerca finalizzate al bene della comunità. Sono fermamente convinto che la formazione integrale della prossima generazione attraverso la scuola, la famiglia, le istituzioni religiose, professionali e la partecipazione ai processi pubblici e politici, sia necessaria come parte integrante di un processo più ampio di socializzazione e di sviluppo culturale. I leader politici, i dipendenti pubblici e gli imprenditori del settore pubblico – sia individualmente che collettivamente – dovrebbero stabilire e rafforzare una cultura di integrità e trasparenza che si concentri sulla fornitura di servizi e standard di prestazioni professionali di alta qualità, trattando i cittadini con rispetto e dignità e agendo con regole di trasparenza, correttezza e obiettività. Se l’Italia vuole avere successo nella lotta alla corruzione e alle mafie dovrà sostenere nuovi valori sociali ed etici, occorreranno meccanismi formativi che dovranno assolutamente rappresentare una negazione piena dei modi corrotti e mafiosi in atto nel nostro Paese.
Tali azioni dovranno rafforzare positivamente l’idea di integrità, di onestà, di trasparenza e di professionalità tenendo conto di chi sceglie di violare le regole. Al fine di creare tali modalità, tuttavia, spetta a noi cittadini chiedere conto dei comportamenti di leader politici, funzionari pubblici e imprenditori che operano nel pubblico. E questa richiesta deve essere non una regola una tantum ma fissa e costante del tempo, soprattutto nei momenti difficili di transizione politica o di recessione economica, quando le tentazioni di corruzione e di aggressioni mafiose sono altamente probabili. Traducendo queste poche idee in azioni concrete si potrà essere in grado di combattere la corruzione e le mafie e portare a uno sviluppo sostenibile di lungo termine a vantaggio di tutti i settori della società civile. Non nascondo che questa sia la mia speranza e la convinzione che le discussioni su tali argomenti nei prossimi anni possano aprire la strada per un programma politico, sociale ed economico trasformativo, che sfrutti l’energia della prossima generazione e chiami a rapporto tutti per provare a costruire una società libera da mafie e corruzione e fondata sulle regole, sulle responsabilità, sul merito e sull’onestà. In tutto questo lo Stato non potrà non fare la sua parte altrimenti si potrà dire senza timori di smentite che sia totalmente colluso con le mafie e voglia la corruzione come modus vivendi.
*Giurista, docente di diritto penale