70 anni di Repubblica sono pochi. Non bastano ancora per passare dalla frustrazione fascista, alla dignità costituzionale. Siamo in cammino. Abbiamo una Patria (orgoglio difensivo), ma non una Nazione (dedizione assertiva). Così, dietro alla sfilata militare, si sente il vuoto civile per la mancanza del senso del dovere dei cittadini e del governanti. Gli uni non lo chiedono agli altri, per estraneità reciproca.
Viviamo in tanti negli stessi confini, ma come apolidi stanziali sciolti da ogni responsabilità collettiva, quanto forte è quella privata per la famiglia, il proprio santo, la propria squadra. Siamo esigenti con i ristoranti, ma non con i rappresentanti. Selezioniamo i cuochi come fossero politici. E i politici come fossero cuochi. Abbiamo imparato dalla Resistenza a resistere, ma ora dobbiamo trovare riferimenti contemporanei per insistere. Fino a diventare una Nazione vera.
Dove la legalità sia un istinto acquisito, la partecipazione una tassa di tempo pagata con convinzione, il conflitto non violento il modo per far diventare i bisogni di ognuno, diritti di tutti.
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