La Fabbrica dei sogni, è il complesso architettonico dove le persone, i professionisti realizzano programmi televisivi; dove le idee sono trasformate in contenuti multimediali. Produrre contenuti è oggettivamente complicato e lo è stato sicuramente agli inizi, negli anni eroici della televisione. Antonio LARI ha scritto un bel libro sul centro di Produzione TV di Roma descrivendo le strutture produttive che hanno consentito a molti professionisti dello spettacolo e del giornalismo di realizzazione le loro idee in contenuti.
La televisione, è una delle tecniche di comunicazione più potente e versatile tra i mezzi di comunicazione di massa, entra in casa dell’utente portando informazione, intrattenimento e trasmissione dati. Le immagini in movimento, i suoni, la musica, sono irradiate attraverso l’etere, mezzo più diffuso nel mondo. La TV Italiana ha iniziato a trasmettere per la prima volta a Torino 11 settembre del 1949 per quelle poche persone informate o in possesso di un costoso apparecchio ricevente. Solo nel gennaio del 1954 sono iniziate le trasmissioni regolari della RAI.
La diffusione dei programmi, deve dotarsi di una struttura di ponti radio, antenne, una dorsale tecnologica, situata nei punti strategicamente più alti attraverso la penisola, per illuminare una vasta area, e consentire la ricezione del segale televisivo nella case degli italiani.
“Nel cielo di Roma l’antenna Tv di Monte Mario svetta non molto lontano dalla cupola di Michelangelo, due epoche, due mondi, una sola civiltà (Radiocorriere TV 3 gennaio 1954)
Tramite i nostri occhi, guardiamo una visione naturale che colpisce i nostri sensi e la TV ci trasmette delle sensazioni, accompagnata da rumori ambientali e dalla musica, sollecitando nello spettatore delle emozioni. La comunicazione con immagini in movimento con dei suoni, può essere evocativa, sollecita visioni, pensieri, emozioni, “ … un interesse umano e una parvenza di verità sufficienti a conferire a queste ombre dell’immaginazione quel momento di volontaria sospensione dell’incredulità che costituisce la fede poetica” (Samuel T. Coleridge – la ballata del vecchio marinaio – Firenze 2010) quello che ciascuno di noi prova rispetto alla propria cultura e personalità davanti alla TV.
Costruire contenuti, per la televisione che trasmettono emozioni, realtà è possibile, se abbiamo una struttura adeguata alle idee che vogliamo realizzare: questo è il Centro di Produzione TV di via Teulada 66 in Roma progettata dall’architetto Francesco Berarducci terminata e inaugurata nel 1957.
L’importanza di questa struttura è il progetto: il responsabile del programma, può dialogare direttamente con i tecnici, le maestranze preposte alla realizzazione, poiché una trasmissione in diretta ha la necessità della collaborazione attiva di tutti e dei professionisti che partecipano alla costruzione di un buon prodotto. Ancora oggi il CPTV di Roma, con l’evoluzione della tecnologia digitale è funzionale alla produzione di contenuti multimediali; il tempo ha dato ragione all’architetto Berarducci che ha ideato la struttura.
Le telecamere negli anni cinquanta pesavano circa sessanta chili ed erano collegate con il controllo camere da un pesante cavo che ne limitava i movimenti durante la diretta televisiva. Occorreva tanta professionalità, anche degli operai addetti al movimento, inoltre non era stato ancora inventato lo zoom e le telecamere, avevano degli obiettivi fissi. Cambiare inquadratura, durante la ripresa in diretta di un avvenimento, di una partita di calcio, era operazione complessa poiché l’ambiente era circondato da cavi e fili elettrici e non si poteva sbagliare.
IL CPTV di via Teulada 66 aveva 12 studi attrezzati, sia per l’intrattenimento che per il telegiornale; vi lavoravano giornalmente circa 3000 persone in 13.650 mq di cui 6.945 coperti, tra attori di fama, giornalisti, tecnici, operai impiegati. Stazionavano, inoltre i pullman da ripresa, gli studi mobili pesanti, per realizzare delle riprese esterne, che con il reparto ponti mobili consentiva il collegamento con via Teulada da qualsiasi parte d’Italia. Inoltre la struttura del CPTV di Roma è stata costruita, in modo tale che se in Italia vi fosse stato un qualche problema di energia, è in grado di essere completamente autonoma; ancora oggi mantiene le stesse possibilità. Dal dopoguerra fino agli anni ottanta, la televisione era uno dei punti sensibili del paese, per chi avesse voluto fare un colpo di stato, come il tentativo di Valerio Borghese che utilizzando la guardia Forestale, nel 1970 aveva progettato la marcia su via Teulada per realizzare il suo obbiettivo politico.
Lari con il suo libro ci fare un viaggio nel tempo, raccontando l’evoluzione tecnologica, nella produzione fatta di contenuti, che ha sempre bisogno di strutture con mezzi tecnici attuali e moderni. La Tv è la fabbrica del consenso, entra nella casa degli italiani, costruisce contenuti con spettacolarità, e incide sul modello culturale delle persone che la fruiscono, partendo da via Teulada 66. La RAI ,servizio pubblico, oltre a ideare, produrre, diffondere contenuti multimediali, deve usare architetture comunicative per tutte le piattaforme: ancora oggi può utilizzare la tecnologia moderna del CPTV di Roma in via Teulada 66, la cittadella della televisione.
Antonio Lari- Il Centro di produzione Tv di Roma – Editore Sandit Srl- Albino (BG) 2016