Il senatore Pagliari fa sue le proposte dei giornalisti. Riparte la battaglia contro il ricongiungimento oneroso dei contributi e per la disoccupazione ai precari dell’Inpgi2.
Il senatore Giorgio Pagliari (Pd) ha depositato mercoledì 18 maggio alla I Commissione Affari costituzionali del Senato, che sta esaminando in sede referente il disegno di legge sull’Editoria (“Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti”, relatore in Commissione il senatore Roberto Cociancich), già approvato dalla Camera, un ordine del giorno che impegna il governo a modificare la norma sul ricongiungimento oneroso dei contributi previdenziali dei giornalisti, a introdurre l’indennità di disoccupazione anche per gli autonomi e i precari (freelance, collaboratori, partite Iva) iscritti all’Inpgi 2 e a ridefinire correttamente l’equo compenso.
Frutto della conferenza stampa del 1 marzo alla Camera
Il testo dell’Ordine del giorno era stato scritto dalla deputata Marialuisa Gnecchi (Pd), vice del presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, che però non era riuscita a presentarlo in tempo utile per la discussione in Commissione. La stesura era avvenuta subito dopo la conferenza stampa contro le ingiustizie pensionistiche e le cause di lavoro lumaca promossa da me e dalla collega Daniela Binello il primo marzo nella sala stampa di Montecitorio, con il sostegno del sindacato dei giornalisti (Federazione nazionale della stampa e Associazioni Stampa Romana e dell’Emilia-Romagna), la partecipazione del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, del senatore Pagliari e dell’onorevole Gnecchi e con l’adesione della vice presidente del Pd, onorevole Sandra Zampa, che è anche giornalista e la portavoce storica di Romano Prodi.
Le quattro proposte dei giornalisti
In quella sede, i parlamentari avevano sostanzialmente accolto le nostre proposte per cancellare la norma sul ricongiungimento oneroso che costringe tanti colleghi a ripagarsi a peso d’oro i contributi versati alla gestione separata dell’Inpgi per poter andare in pensione, riconoscere agli iscritti all’Inpgi 2 prestazioni e servizi simili a quelli assicurati dalla gestione principale, a cominciare dall’indennità di disoccupazione, eliminare la “finestra d’uscita” di ben 21 mesi per chi va in pensione con il sistema della “totalizzazione” dei contributi tra le diverse gestioni, introdurre una corsia preferenziale con tempi certi e definiti, molto più rapidi di quelli attuali, per le cause di lavoro, e avevano annunciato iniziative parlamentari su questi temi. Il sindacato dei giornalisti, dal canto suo, era stato sollecitato da Giulietti a fare sua la battaglia che io e Daniela abbiamo provato a rilanciare.
Ora la partita si può riaprire
Poi l’attenzione della politica e dei sindacati si era spostata sulla modifica della riforma Sacconi-Fornero che ha portato d’emblée l’età pensionabile a 66 anni e 7 mesi, e sulla flessibilità pensionistica in uscita. Ora l’ordine del giorno presentato da Pagliari riapre la partita anche per la previdenza dei giornalisti, l’allargamento degli ammortizzatori sociali ai colleghi precari, nonché per l’equo compenso.
Cosa dice l’ordine del giorno
Nel dettaglio, l’Odg “impegna il governo: a prevedere nell’esercizio della delega per i giornalisti iscritti al Fondo Inpgi, la possibilità di accedere alla pensione attraverso l’istituto del cumulo dei contributi versati in Inpgi 1 e Inpgi 2 con il calcolo pro-quota a carico del singolo fondo” (senza ricongiungimento oneroso, quindi, cumulando semplicemente i periodi contributivi, con ciascuna gestione che paga il suo pezzo di pensione), “in modo da valorizzare ogni contributo da lavoro dipendente e autonomo per poter garantire una pensione dignitosa e rispondente all’effettiva contribuzione in base al lavoro svolto da giornalista professionista; a favorire “l’accesso a forme di ammortizzatori sociali per gli iscritti a Inpgi 2” (l’indennità di disoccupazione ai giornalisti precari è a tutt’oggi preclusa, in quanto la così detta DIS-COL esiste solo per gli iscritti alla gestione separata Inps); “a ridefinire correttamente la fissazione dell’equo compenso, così come previsto dalla legge 233 del 2012”.
Il tempo per gli emendamenti scade il 30 maggio. Chi può batta un colpo
Naturalmente, per sperare in qualche risultato concreto sarà necessario prima di tutto che l’ordine del giorno venga approvato. E perché questo possa avvenire, occorre informare, fare nuove iniziative, coinvolgere altri senatori, di tutti i partiti. Chi nel sindacato, negli altri organismi rappresentativi dei giornalisti (in primis l’Ordine), nello stesso Inpgi, nei giornali e nella politica ha qualcosa da dire in proposito, o meglio ancora da proporre, batta un colpo. Il termine ultimo per gli emendamenti al ddl sull’Editoria è lunedì 30 maggio, ore 13.