Arriveranno in bici dalle Marche e dall’Umbria. Il governo convoca i sindacati. Damiano: no al prestito bancario
Di Sandro Carli
Saranno in tanti i pensionati che giovedì mattina si troveranno a Piazza del Popolo a Roma. Arriveranno da tutta Italia per partecipare alla manifestazione promossa dai tre sindacati aderenti a Cgil, Cisl, Uil. Pullman, treni, e una assoluta novità, anche la bicicletta. Inforcheranno le “due ruote” trenta pensionati delle Marche. Partono martedì alle ore 8,15 da Fabriano per iniziativa promossa dalla Cgil. Alle rivendicazioni per le pensioni aggiungono gli obiettivi della longevità, la tutela della salute, la prevenzione. Da Fabriano a Spoleto dove una troupe di Ballarò li intervisterà in collegamento con Giannini che in studio avrà fra gli altri, il ministro del Lavoro, il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti. Mercoledì incontro con una delegazione di pensionati “ciclisti” umbri. Tutti insieme arriveranno a Formello, alle porte di Roma, dove li accoglierà il sindaco. La mattina seguente prende il via l’ultima tappa con traguardo a Piazza del Popolo.
Si conclude un ciclo di mobilitazioni. Pronti a proseguire la lotta per diritti e dignità
Lo slogan della manifestazione parla chiaro: “A testa alta, tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”. La manifestazione conclude un “ciclo “ di lotte, di mobilitazione, in atto da molti mesi e, se dal governo non verranno risposte concrete, dicono all’unisono i segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, le iniziative si moltiplicheranno. Un primo risultato è stato ottenuto. Il governo ha finalmente deciso di convocare Cgil, Cisl, Uil. Lo ha annunciato il ministro Poletti che vedrà i sindacati il 24 maggio. Sarà “accompagnato” dalla guardia del corpo di Renzi Matteo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Nannicini, quello cui si deve la strampalata invenzione dell’ Ape, sigla che significa “anticipo pensione”, con tanto di prestito dalle banche per coprire gli anni di anticipo che il pensionato dovrà restituire pagando anche gli interessi. Invece che garantire il diritto degli anziani alla flessibilità si favoriscono le banche. Geniale questo Nannicini, aretino, guarda caso. Sarà il caso di ricordare che i sindacati chiedono a governo e Parlamento il rispetto di quei diritti che fino ad ora sono stati negati: difesa delle pensioni di reversibilità; tutela del potere d’acquisto delle pensioni; recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; separazione tra previdenza e assistenza; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati; estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza.
I sindacati: il confronto deve dare risultati. “I nostri tempi non sono lunghi”
I dirigenti sindacali prendono atto che finalmente il governo ha deciso di aprire un tavolo. “Un risultato delle nostre iniziative, della mobilitazione dei pensionati e dei lavoratori, dei giovani che hanno partecipato alle nostre assemblee, alle manifestazioni”. Presa d’atto ma “guardinghi”. Non è la prima volta che questo avviene, ma dopo primi approcci ai problemi quando si è trattato di andare al sodo ministri e sottosegretari si sono dileguati. C’è il timore, qualcuno lo dice apertamente, che a pochi giorni dalla tornata elettorale, Renzi Matteo aveva bisogno di correre ai ripari. In fondo, un incontro non si nega a nessuno. “Niente scherzi, dicono i pensionati in assemblea che si preparano alla manifestazione, il tavolo si deve aprire. Basta con la politica degli annunci”. E fanno gli scongiuri : “I nostri non sono tempi lunghi.”
E un confronto con il Parlamento e con le parti sociali, “dopo le esternazioni del premier Renzi a Porta a Porta che hanno consacrato come fattibile l’obiettivo della flessibilità delle pensioni entro la legge di Stabilità” lo chiede Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Noi siamo soddisfatti – prosegue – perché abbiamo reso questo argomento centrale nell’Agenda politica del Governo, avendolo sollevato per primi nel lontano 2013, con una proposta di legge (Damiano-Gnecchi) che è attualmente in discussione alla Commissione lavoro della Camera”. E su una petizione a sostegno della proposta di legge sono state raccolte circa 25 mila firme. “A loro volta, i sindacati – dice Damiano – hanno presentato una piattaforma unitaria che ha al centro la flessibilità previdenziale. Rispetto alle dichiarazioni di Renzi e di altri esponenti del Governo (leggi Nannicini, ndr), intendiamo precisare alcuni punti. Noi –conclude – vogliamo un anticipo e non un prestito e ‘l’ufficiale pagatore’ dev’essere l’INPS e non una banca; la flessibilità deve essere fino a 4 anni e non di 3 come propone il Governo; la penalizzazione deve essere mediamente non superiore al 2%; infine, devono essere coinvolti con una soluzione anche i lavoratori precoci”.