Ieri l’approvazione alla Camera del decreto sulla scuola, in cui il governo ha inserito l’emendamento sul nuovo Isee, che solo in parte recepisce le indicazioni delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato. Eliminate le franchigie, Critiche le associazioni. Coordinamento famiglie disabili: “Pronti per nuovi ricorsi”. Fish: “Confidiamo nell’ordine del giorno che impone tempi certi per revisione regolamento”
ROMA – E’ stato approvato ieri in mattinata dalla Camera il correttivo al nuovo Isee richiesto dalle sentenze del Tar prima, del Consiglio di Stato poi, a seguito del ricorso delle famiglie dei disabili. Eliminate quindi indennità e pensioni d’invalidità dal computo del reddito, grazie all’emendamento governativo singolarmente inserito nel decreto sulla scuola. Eliminate però anche le franchigie, con l’introduzione invece della “maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente”.
E insorgono nuovamente le associazioni, così com’erano insorte all’indomani della presentazione dell’emendamento. “Il provvedimento è stato approvato in fretta, senza avere il profilo d’urgenza – commenta il Coordinamento nazionale famiglie disabili, promotore del ricorso -. Infatti ricordiamo che le sentenze dei tribunali amministrativi sono autoapplicative quindi l’Inps, come stava più o meno già facendo, poteva recepirle senza la necessità di un decreto. Inoltre la modalità con cui è stato approvato l’emendamento, celandolo in una legge che nulla aveva che fare con la materia – evidentemente per bloccare il confronto politico – è quanto di più antidemocratico ed incivile si potesse realizzare a chiusura di una battaglia che aveva, invece, confermato una serie di gravi vessazioni da parte di questo governo nei confronti di una categoria di cittadini già particolarmente compromessa”.
Il Coordinamento intanto attende il pronunciamento della Commissione Onu per la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità su un ricorso presentato nel febbraio scorso nel quale ha denunciato il comportamento gravemente vessante del Governo Italiano verso i familiari delle persone con disabilità. “Nel ricorso è stato inserito, quale aspetto particolarmente emblematico, proprio la vicenda dell’Isee – aggiunge il Coordinamento -. Non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci e promuoveremo, anche a livello nazionale iniziative giuridiche e quanto altro necessario per il rispetto della nostra Costituzione e dei trattati internazionali elaborati proprio a tutela dei cittadini più fragili”.
Anche Fish rinnova la propria condanna: “Confermiamo tutte le perplessità già espresse dopo l’approvazione a Palazzo Madama, dato che il testo non ha subito alcuna modifica – dichiara il presidente Vincenzo Falabella –. Se da un lato le nuove norme accolgono le sentenze del Consiglio di Stato, vietando il computo delle provvidenze assistenziali per disabilità, dall’altro elimina franchigie e la possibilità di detrarre le spese per assistenza effettivamente sostenute dalle famiglie”. Di conseguenza, “quello che ci restituisce questa legge è uno strumento ancora meno equo e selettivo e che non riconosce appieno il costo della disabilità. Inoltre è uno strumento che crea ancora forti disparità di trattamento – prosegue Falabella – L’unico segnale parzialmente positivo deriva dalla contestuale approvazione di un Ordine del giorno, presentato dall’onorevole Margherita Miotto, che impegna il governo ad indicare tempi certi e tempestivi per la revisione del regolamento Isee, tenendo conto delle spese di assistenza, della presenza di pluriminorazioni, differenziando l’indicatore a seconda della gravità della disabilità e valorizzando in modo più conveniente i patrimoni accantonati per il ‘dopo di noi’. Ci auguriamo – conclude il presidente della Fish – che il governo rispetti questa indicazione approvata a larga maggioranza dalla Camera. Duole invece che non siano recepite, da parte governativa, indicazioni a favore dei minori con disabilità (esclusi dalla possibilità di redigere un Isee ridotto) e di valorizzazione del lavoro dei caregiver familiari”. (cl)