Il comune di Riace, circa un mese fa, tornava sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, non per i suoi famosi bronzi, ritrovati nel mare che bagna il piccolo centro della provincia di Reggio Calabria ad inizio anni 70, ma per il suo Sindaco. Mimmo Lucano era stato inserito al quarantesimo posto nella prestigiosa classifica delle persone più influenti al mondo, redatta dalla rivista Fortune. Lucano guadagnò un posto vicino Papa Francesco, Angela Merkel, Tim Cook, amministratore delegato di Apple e Bono degli U2, per aver dato una casa a centinaia di migranti, provenienti in gran parte dal Kurdistan iracheno e Afghanistan, ma anche africani, un crogiolo di razze che hanno fatto di Riace “il paese dell’accoglienza”.
L’aver ravvivato una comunità che si stava spopolando, forte è stata negli ultimi anni la diminuzione della popolazione locale, con nuovi residenti che hanno avviato attività commerciali e piccole imprese artigianali, evidentemente ha dato fastidio a qualcuno. Ed ecco, come succede in quelle zone soprattutto quando si cerca di cambiare le cose, arrivare immancabile l’avvertimento. Questa volta è toccato al vice sindaco Maurizio Cimino, che ieri mattina ha trovato una busta con due proiettili di fucile calibro 12 sul parabrezza della propria auto. All’interno della stessa busta un biglietto con la scritta “Dimettiti”. “Non mi sarei mai aspettato un simile gesto – ha dichiarato il vice sindaco subito dopo aver denunciato il fatto ai carabinieri della locale stazione – né riesco a pensare a qualcosa che abbia spinto ignoti a indirizzare un tale atto nei miei confronti”.
Già in passato nel Comune di Riace c’erano stati avvertimenti simili. A farne le spese lo stesso Sindaco Mimmo Lucano: due anni fa avvelenarono i cani dei figli. Mentre qualche tempo prima, contro la taverna “Donna Rosa”, gestita dai migranti, furono esplosi dei colpi di fucile. “Non riesco a comprendere il perché di questo gesto – ha detto il vice sindaco Cimino – non penso a motivi personali, anche perché ho sempre lavorato con la massima trasparenza, senza fare torti a qualcuno. Sono tranquillo perché convinto che le forze dell’ordine faranno il loro dovere, per quanto mi riguarda non farò un solo passo indietro, anche se il gesto umanamente mi colpisce”.
Sono tanti in Calabria ed in particolare nella provincia di Reggio Calabria gli amministratori comunali minacciati. Chi cerca di applicare e far rispettare le leggi finisce nel mirino delle cosche, così come chi si schiera apertamente contro la ndrangheta. Qualche mese fa era toccato al sindaco Salvatore Fuda di Gioiosa Jonica, nella locride, la sua auto, nella notte, era stata crivellata di colpi, i suoi “sgarri” sono stati far rispettare la legge sugli appalti per la raccolta dei rifiuti.
‘Ndrangheta e massoneria deviata, sono questi i principali tumori di quei luoghi. L’inchiesta “Fata Morgana” condotta dalla Procura di Reggio sta portando a galla tutte le metastasi di pericolosi intrecci tra massoneria deviata, criminalità organizzata e politica. Ma si è levato alto anche il grido del capo della procura reggina, Federico Cafiero de Raho, che da tempo chiede rinforzi sia negli organici della Procura che nelle forze dell’ordine, per avere gli strumenti necessari per estirpare il male.
“Noi stavamo morendo, molta della nostra popolazione aspettava l’inevitabile, rassegnata. Poi dal mare sono arrivati i migranti ed abbiamo ricominciato”. Sono parole di speranza del Sindaco di Riace Mimmo Lucano e importante sarà per tutti, in particolare per i media, non lasciarli soli. Per non lasciarli morire sia in mare che sulla terra.