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In Turchia spari contro il direttore del quotidiano Cumhuriyet. E Zaman chiude

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Un attentato fallito, una condanna a cinque anni di carcere e una chiusura annunciata. Così la libertà di stampa in Turchia ha vissuto un’altra giornata campale.

Questo pomeriggio a Istanbul, Can Dundar, direttore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet è sfuggito per miracolo agli spari di un attentatore, sembra, isolato, che è stato bloccato dagli agenti presenti. Dundar era fuori dal tribunale di Istanbul, dove si svolgeva la quarta udienza del processo che lo vede imputato, insieme al corrispondente da Ankara del suo giornale Erdem Gul con l’accusa di rivelazione di segreti di stato, spionaggio, minaccia alla sicurezza e sostegno a gruppi terroristici armati per la pubblicazione di un’inchiesta su un camion dei servizi turchi pronto ad attraversare il confine siriano. Nell’attacco è rimasto ferito a una gamba, in modo non grave, un reporter di Ntv, Yagiz Senkal, che si trovava nelle vicinanze. “È venuto deciso verso di me, ho capito che voleva assalirmi” ha detto Dundar dopo che la polizia ha arrestato l’attentatore. “Sto bene. I responsabili sono quelli che mi hanno reso un obiettivo” ha scritto poi su Twitter il giornalista. Poco dopo è arrivata anche la sentenza di condanna a cinque anni e dieci mesi di carcere per il direttore e cinque anni per il suo collaboratore, una pena ridotta rispetto ai 25 anni chiesti dall’accusa, ma comunque grave soprattutto perché ad essere colpito è proprio il diritto di fare informazione non compiacente nei confronti delle politiche del presidente Recep Tayyip Erdogan- Appena una settimana fa due collaboratori di Cumhuriyet, la giornalista Ceyda Karan e il suo collega Hikmet Cetinkaya, sono stati condannati a due anni per aver ripubblicato la vignetta di Charlie Hebdo su Maometto all’indomani della strage nella redazione del settimanale satirico a Parigi.

Intanto gli amministratori giudiziari del gruppo editoriale turco Feza hanno comunicato ufficialmente di voler interrompere almeno temporaneamente dal 15 maggio le pubblicazioni di Zaman, che era il più diffuso quotidiano nazionale di opposizione al presidente Erdogan prima di essere commissariato, due mesi fa, con un blitz della polizia in redazione. Oltre a Zaman, già quasi sparito dalle edicole per il crollo di vendite dopo il brusco cambio di linea imposto dai nuovi dirigenti filogovernativi, verranno chiusi gli altri media del gruppo, tra cui l’agenzia di stampa Cihan, l’unica in grado di coprire i risultati elettorali su base nazionale oltre a quella statale Anadolu.

La gestione commissariale sostiene di star preparando un piano di rilancio del giornale, che in poche settimane ha visto le vendite scendere da oltre mezzo milione ad appena duemila. Il sequestro, deciso dai giudici per presunti legami con il magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato ora nemico giurato di Erdogan, aveva rilanciato i già forti allarmi sulla libertà di stampa in Turchia.


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