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Gioco d’azzardo, un vademecum per proteggere il patrimonio familiare

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La Bper Banca ha realizzato una guida per individuare i comportamenti a rischio dei giocatori patologici e aiutare le famiglie a preservare i propri risparmi. Il documento è nato in collaborazione con l’associazione Centro sociale Papa Giovanni XXIII e la campagna “Mettiamoci in gioco”

 

ROMA – Un vademecum per capire quali sono gli atteggiamenti che nascondono una dipendenza dal gioco d’azzardo e agire in tempo per proteggere il patrimonio familiare. Lo ha realizzato Bper Banca con la collaborazione dell’associazione Centro sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia e con la Campagna di comunicazione “Mettiamoci in Gioco”. “Quando un nostro parente è un giocatore patologico l’intera famiglia subisce della conseguenze: i risparmi vengono dilapidati e in alcuni casi ci si rivolge agli usurai”, ha dichiarato Lorenzo Basso, dell’intergruppo parlamentare “Non è un gioco”.

Una scelta quella di Bper che nasce dalla volontà di creare sviluppo sociale sul territorio, come ha spiegato Eugenio Garavini, vice direttore generale vicario di Bper: “Non tutte le banche sono uguali: noi siamo il sesto gruppo italiano e pensiamo di avere una responsabilità civile. Questo vademecum non è un fatto episodico: già tre anni fa abbiamo realizzato una circolare per sensibilizzare i funzionari bancari su questo tema e riconoscere i comportamenti patologici. Con le nostre carte non è possibile pagare nei siti di giochi online e non vendiamo gratta e vinci nei nostri sportelli. È una scelta coraggiosa dal punto di vista economico. Questo documento è frutto di un lavoro congiunto con il mondo delle associazioni e anche con quello politico. Pensiamo che il gioco d’azzardo sia un male sociale e vogliamo fare il nostro dovere nel contrastarlo. La nostra non è una azione di marketing ma di responsabilità di impresa”.

Esistono una serie di comportamenti che il giocatore seriale attua per attingere alle risorse familiari senza che il coniuge o il genitore se ne accorga: “Di solito si fa arrivare l’estratto conto a casa di amici, sottoscrive prestiti con altre banche e ha il conto corrente cointestato. Una volta che la famiglie è messa in guardia può agire per proteggere il patrimonio comune”, continua Garavini.

Alla conferenza è intervenuto anche Matteo Iori dell’associazione Papa Giovanni XXIII: “È dal 2000 che ci occupiamo di giocatori d’azzardo: abbiamo avuto più di mille richieste di aiuto, 3950 persone sono state prese in carico e 7500 famiglie ci hanno chiamato per avere consigli su come affrontare la situazione. I loro cari hanno l’impulso a cercare sempre più soldi nella certezza che arriverà la grande vincita con cui pagare tutti i debiti contratti. È in questo momento che diventa importante il vademecum: è un aiuto per capire come devono agire. Con Andrea Cavazzoli della Bper, morto recentemente, abbiamo avviato dal 2012 un percorso di sensibilizzazione interna dei funzionari della banca. Oggi abbiamo concluso questo lavoro con il vademecum che tutti dovrebbero avere in casa”.

Una iniziativa che ha trovato l’appoggio anche di Don Armando Zappolini, promotore della campagna “Mettiamoci in gioco”. “Per contrastare questo problema serve un intervento di rete che coinvolga la buona politica, il mondo delle associazioni e quello delle imprese, come è avvenuto in questo caso. Gli slogan da soli non cambiano il mondo. Speriamo che questo approccio positivo possa contaminare anche altre banche. Noi vogliamo una società dove si può fare guadagno senza colpire la salute della gente più fragile. Occorre però che la politica in primis si svegli: non c’è più tempo. Questo è un problema irrimandabile. Vogliamo una legge che vieti la pubblicità sul gioco d’azzardo ma nessuno sembra interessato ad approvarla. Pensiamo che chi non esce dalla stalla vuol dire che ci mangia. Possiamo fare poco se le persone sono continuamente bombardate dalla pubblicità. Quello di oggi è un primo passo, ma siamo consapevoli che bisogna continuare la nostra lotta”.

Da redattoresociale


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