L’Austria blocca gli ingressi dall’Italia ma consente che i migranti escano per raggiungere il nostro Paese: 2 mila nei soli primi 3 mesi del 2016. Parla l’assessore Torrenti (Fvg): “Entrano 30 persone al giorno, la maggior parte fotosegnalati in Ungheria, dove noi non possiamo rimandarli”. Si pensa a un nuovo centro di accoglienza
UDINE – Da mesi ormai Vienna minaccia l’Italia di chiudere le frontiere e alzare reti per frenare il flusso di richiedenti asilo che entra in Austria dai nostri confini, diretto a Nord. Ma a Tarvisio (Udine), confine italo-austriaco, la situazione è esattamente all’opposto. Qui i profughi entrano in Italia proprio dall’Austria. Ne sono entrati 2000 solo nei primi tre mesi del 2016. Solo in 14, nello stesso arco di tempo, hanno percorso la rotta contraria, dall’Italia all’Austria. L’assessore regionale all’Immigrazione Gianni Torrenti fa il punto.
Assessore, com’è ora la situazione a Tarvisio?
Entrano in media 20-30 persone al giorno. Vengono quasi esclusivamente in treno. La maggior parte sono stati fotosegnalati in Ungheria, quindi non possiamo riportarli in Austria. Secondo gli accordi di Dublino dovremmo riportarli in Ungheria ma questo è molto complicato: in realtà li teniamo noi, lì non si riesce a riportare nessuno, non c’è una collaborazione.
Quindi la rotta balcanica è ancora aperta, in parte?
Evidentemente qualcuno sta entrando perché noi accogliamo persone che sono state fotosegnalate in Ungheria ad aprile. Forse arrivano grazie ai passeur. Non sono i 10 mila al giorno dell’anno scorso, ma evidentemente l’Ungheria non è così impermeabile come si dice.
Ma Tarvisio è solo terra di transito, poi dove li mandate?
Scendono a Udine per andare in Questura, poi vengono distribuiti sul territorio nazionale.
Si parla di un centro di accoglienza a Tarvisio…
“Sì, potrebbe essere una soluzione praticabile per evitare di costringere tutti quelli che arrivano ad andare a Udine. Pensiamo a un centro di prima accoglienza, non a un hotspot, dove vengano fotosegnalati, registrati, visitati dal punto di vista medico e da lì poi smistati”.
Queste persone però passano indisturbate e l’Austria non fa niente per rintracciarle…
“Questa è una cosa che nessuno fa. Non lo abbiamo fatto noi quando abbiamo fatto transitare all’estero quasi 100 mila profughi senza registrarli nel 2014… Certo, l’Austria non sta rispettando con la stessa attenzione quello che vorrebbe da noi: a me basta che ci sia la stessa attenzione nel farli entrare e nel farli uscire, non può essere unilaterale: il confine permeabile da una parte sola non va bene. In ogni caso, gli interessi di Austria e Italia al confine sono talmente comuni e storici che questi nervosismi passeranno certamente”.
Perché queste persone vengono in Italia?
“Sono perlopiù di nazionalità afgana e pachistana: probabilmente hanno gruppi di riferimento qui. Oppure pensano di riuscire ad avere in qualche mese il riconoscimento di status per dopo andare all’estero in modo regolare. Puntano comunque a Nord”.