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Diffamazione. OSCE a Italia, più carcere avrebbe effetto raggelante

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Il Senato consideri le conseguenze del ddl sulla libera espressione e sul giornalismo d’inchiesta, dice la rappresentante per la libertà dei media

Il Senato italiano dovrebbe esaminare la proposta di legge attualmente in discussione, che aumenterebbe da 6 a 9 anni di carcere la pena massima per chi è colpevole di aver diffamato penalmente i pubblici amministratori, gli eletti e i giudici, alla luce del suo effetto sulla libertà di espressione, ha affermato a Vienna la Rappresentante per la libertà dei media dell’OSCE, Dunja Mijatović. In Italia la dichiarazione è stata resa nota da Ossigeno per l’Informazione.

“Questa iniziativa legislativa – ha detto – è dannosa perché già in sé le pene detentive sono una sanzione sproporzionata per la diffamazione. L’aumento della sanzione avrebbe un effetto raggelante, dannoso, sul giornalismo investigativo”.
Le leggi sulla diffamazione, ha aggiunto, non sono strumenti a disposizione dei politici e di coloro che hanno autorità pubblica per mettere a tacere le voci critiche. I personaggi pubblici, ha sottolineato, devono tollerare il maggior grado di controllo e di critica che nasce dal loro ruolo pubblico.

In questi anni Mijatović ha condotto una campagna a favore della completa depenalizzazione della diffamazione nei 57 Stati partecipanti all’OSCE. Il suo ufficio osserva gli sviluppi della situazione e segnala tempestivamente le violazioni della libertà di espressione e della libertà dei media. Inoltre promuove la piena conformità con gli impegni per la libertà dei media che gli Stati hanno assunto con l’adesione all’OSCE.


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