BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Contrordine!

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Contrordine, retromarcia, si batte in ritirata. “Repubblica: Dietrofront del governo, si vota solo domenica”. Passa la tesi dell’election day, sostenuta ieri da Enrico Letta. Renzi sconfessa il ministro dell’interno, Angelino Alfano che aveva promesso due giorni, domenica e lunedì, per votare sia alle amministrative che per il referendum costituzionale.

Non ho mai voluto personalizzare lo scontro. Secondo marcia indietro di Renzi che smentisce se stesso. Non avrebbe mai detto: “se vincono i no lascio Palazzo Chigi, anzi lascio la politica”. Non sarebbero sue le frasi sui comitati del Sì che riuniscono “chi vuol bene all’Italia”, mentre quelli del No, veniva in soccorso Maria Elena Boschi, “sono come quelli di Caaa Pound”. Quando mai, ora sono le opposizioni a voler “personalizzare”, “perché temono il confronto del merito”. Giannelli si diverte, veste Renzi coi panni del Re Sole. Gli fa dire “Per le riforme non personalizzate lo scontro”, sotto la scritta Re-ferendum, portando il Re.

Da pronti a combattere a zero soldati. Il terzo contrordine lo rivela questo titolo, caustico, di Huffington Post. La notizia, sulla Stampa in prima pagina: “Libia dagli alleati, armi e non truppe”. Meno male, se i soldati italiano fossero andati a presidiare – come pareva che il governo volesse – le legazioni internazionali e i pozzi di petrolio, sarebbero diventati un bersaglio troppo facile per Daesh e per altre tribù ribelli. Ciò non toglie che questo sbandare, questo oscillare senza timone del nostro governo, riveli un’approssimazione inquietante.

Contrordine pure al Corriere. All’offerta pubblica di acquisto di Cairo, editore de La 7, si aggiunge ora un’altra offerta, e questa in contanti, capitanata da Bonomi, Della Valle, Mediobanca, Unipol. Il Fatto Quotidiano la racconta così: “I soliti noti con Renzi, contro il piano di Bazoli e Cairo”. Questi ultimi, secondo il giornale diretto da Travaglio, avrebbero voluto un Corriere indipendente, con De Bortoli a fare da garante. Mentre “il vecchio salotto vuol consegnare il Corriere a Renzi”.

Un contrordine viene pure dal Consiglio di Stato. Riammesse a Roma le liste Fassina: la data d’avvio della raccolta delle firme non era indicata nei moduli ma era “desumibile”. Gran respiro di sollievo dopo che erano uscite al gran giorno le polemiche tra le due anime di Sinistra Ecologia e Libertà. Quella di chi ha considerato da sempre un intralcio la candidatura di Fassina e appoggia in Regione il presidente del Pd, Zingaretti, e l’altra che con Fassina e D’Attorre vuol costruire Sinistra Italiana, a sinistra del Pd e per ora senza alleanze, che ritiene sarebbero subalterne, con il partito egemonizzato da Renzi.

Un ordine contro, più che un contrordine, potremmo definire, invece, quello impartito ieri dal Papa “che viene dalla fine del mondo” ai vescovi: “Siate sobri, basta proprietà. Bruciate le ambizioni di carriera. Rinunciate ai beni non necessari”. La Repubblica fa i conti: “Palazzi, alberghi, ospedali: 2 miliardi di patrimonio della Vaticano SPA”. Il Corriere titola: “L’ideale del parroco scalzo e la sfida alle gerarchie ecclesiali”, Quando Bergoglio si impose il nome di Francesco, forse non molti se lo aspettavano a tal punto francescano. Ricordo di aver scritto, allora, che il gesuita, conoscitore del potere e dei peccati ecclesiali, sceglieva il nome del santo d’Assisi perché convinto che solo quella eresia mite potesse ancora salvare la chiesa cattolica dall’inesorabile declino verso il quale si stava avviando. E i vescovi, cosa ne pensano?

Da corradinomineo


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