La Cassazione ha cassato definitivamente la multa rappresaglia della Consob inflitta per infangarmi. Il 30 novembre 2009, venni ingiustamente sanzionato con 100.000 euro di multa per turbativa di mercato su un preciso mandato di Profumo ed Unicredit, dopo che assieme a Federconsumatori avevamo denunciato a 10 Procure della Repubblica il pericolo dei derivati tossici appioppati da Unicredit ad imprese sane, per alimentare la smodata avidità dei banchieri, con le banche che guadagnano sempre.
Sbattuto sulle prime pagine di giornali e Tv di mezzo mondo a caratteri cubitali: 337 notizie che gettavano fango sul “Paladino dei consumatori e senatore della Repubblica Elio Lannutti, sanzionato dalla Consob per turbativa di mercato”, monitorate da Volo Press, il sito della rassegna stampa on-line il 1 dicembre 2009, ben 103 il 2 dicembre 2009.
Invece di punire i comportamenti fraudolenti dei banchieri, che spacciando montagne di derivati avariati commisurati alle stock option, hanno determinato il crollo dell’economia, del Pil e dei mercati, la distruzione di milioni di posti di lavoro disseminando povertà e miseria, la Consob con una ben architettata rappresaglia ordita da Alessandro Profumo, allora amministratore delegato di Unicredit, aveva sanzionato uno dei pochi rappresentanti dei risparmiatori che denuncia da anni condotte di vera e propria criminalità economica, per screditarne il prestigio e svilirne l’attività.
Se Consob, Bankitalia e Procura di Vicenza avessero raccolto la denuncia inoltrata da Adusbef il 18 marzo 2008 sulle azioni gonfiate della Banca Popolare di Vicenza ed i metodi estorsivi per diventare azionisti forzati, pena la mancata concessione di fidi, prestiti, mutui, sarebbe stato evitato un dissesto che oltre ad aver azzerato il valore delle azioni da 62,50 euro a 0,10 euro a 118.000 azionisti, ha provocato un buco superiore al crac Parmalat.
Nonostante 2 Corti di Appello, Perugia e Roma, avessero cancellato nel 2010 quella ridicola sanzione, stigmatizzando e motivando tra le righe delle sentenze, una vera e propria rappresaglia verso Adusbef ed il suo presidente, a dimostrazione di una Consob succursale subalterna delle banche, in particolare di Unicredit, il presidente Giuseppe Vegas, spendendo soldi pubblici, ha voluto insistere per dare una lezione (colpirne uno per educarne cento) a coloro che si battono da 30 anni per correttezza, trasparenza, legalità dei comportamenti di banche, finanza e contigue autorità di vigilanza, che non prevengono mai crac e dissesti, promuovendo nel 2011 ricorso in Cassazione.
Nonostante l’Ansa (che ringrazio) abbia riportato correttamente la notizia (è una notizia che un rappresentante dei consumatori batta la Consob in Cassazione ?) con 3 lanci di agenzia, i mass media che avevano pubblicato a caratteri cubitali con lo scopo di infangare le limpide attività di Adusbef, hanno censurato totalmente la sentenza di Cassazione, eccetto 3 quotidiani con poche righe seminascoste, nel Paese alla rovescia divorato da corruzione ed illegalità, che ci vede ai primi posti per corruzione, tra gli ultimi per la libertà di informazione, che perseguita i cittadini onesti e premia ladri, gaglioffi, cricche e faccendieri funzionali ad un regime marcio.
Dopo aver dato mandato all’avv. Antonio Tanza ed altri legali Adusbef di citare in giudizio, per un congruo risarcimento danni, che devolverò alle vittime del risparmio tradito, Giuseppe Vegas, la Consob ed Alessandro Profumo, con contestuale denuncia per danno erariale alla Corte dei Conti, raccoglierò un dossier su questo ed altri episodi di censura, che dimostrano quanto sia servile la stampa in Italia, con i giornalisti, specie quelli economici (che secondo il prof. Beppe Scienza sono tali, perché costano poco) che fungono da manganellatori dei poteri economici, delle banche, Consob e Bankitalia, che presenterò in una prossima conferenza stampa ed invierò a Reporter sans Frontier ed altre istituzioni italiane ed europee.