BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Che fine ha fatto il ceto medio?

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Da lontano sembrano piccoli fantasmi. 700 morti in mare, 40 bambini fra loro. Tanti, tanti altri sono stati “salvati” dalle navi della marina, avvolti nelle coperte isotermiche, quelle dorate da una parte e argentate dall’altra, idratati a piccoli sorsi, consolati, come si può consolare chi ha subito uno stupro, chi ancora sente, e forse sentirà per tutta la vita, la sorella o il figlio che gli scivolava tra le mani per andarsene inghiottito dall’abisso. Su questi bambini, su queste donne, su questi uomini come noi, ma che non vivono e non muoiono come noi, è in corso una guerra di cifre. Il governo ripete che dall’inizio del 2016 ne sono arrivati in Italia 46mila, quanti nello stesso periodo dell’ambo scorso. Ma 15 mila, un terzo del totale, pare siano arrivati tutti negli ultimi 7-10 giorni. Forse perché il mare è calmo? Forse perché i profughi trovano sbarrata la strada dei balcani e vengono dirottati verso il canale di Sicilia? Pare che i nemici di al-Sarraj, capo del governo insediato dalla Comunità Occidentale a Tripoli, ma che vive rintanato in una base militare, ci stiano mandando quei corpi, ancora in vita, come una sorte di segnale. Pare che siamo ormai a corto di navi per i soccorsi. Pare che il Viminale abbia deciso di spalmare, come si sarebbe dovuto fare anni fa, i sopravvissuti in tutta Italia: “Migranti, 70 in ogni provincia”, scrive oggi il Corriere.

Che fine ha fatto il nostro ceto medio? Se lo chiedono Diamanti e Repubblica. Ebbene, un quarto di noi italiani sente di aver perso reddito e stato sociale. Prima della crisi un 12% di concittadini riteneva di far parte di una “classe alta”, ora solo il 7%. Nel 2006 il 60% si definiva “classe media”, ora soltanto il 39. Di conseguenza quelli che pensano di stare nella parte bassa della società sono passati dal 28 al 54%. Programmi, aspettative, sogni per il futuro? Su tre intervistati due dicono che “è inutile farne”. Ecco il brodo di coltura della sfiducia, dei nazionalismi, della voglia di erigere muri, di tener lontano i più poveri e i più disperati, perché la loro vista ci fa temere che finiremo in quel modo. Contro tutto questo bisogna fare, secondo me, come Bernie Sanders: dire forte che non possiamo più prendere ordini dal capitale finanziario e da Wall Street, che vogliamo il diritto allo studio per i nostri figli e il diritto alle cure per tutti, e nel frattempo provare a organizzare la partecipazione dei giovani, fargli sentire che forse con la politica è possibile progettare il futuro e che disegnare un tale progetto tocca innanzi tutto a loro. L’altra soluzione, quella che io ritengo falsa ma altri invece ci credono, è non cambiare nulla facendo finta di cambiare. È la linea del nostro governo. Che parla poco o non parla affatto di mafia, di evasione e di elusione fiscale, che si attacca allo zero virgola per non ammettere che il tardo capitalismo sta uccidendo i sogni del ceto medio, che nega l’emergenza sbarchi, evita persino di parlare delle amministrative, ma che vuole cambiare, purché si cambi, la Costituzione. Come se della Costituzione, della troppa democrazia, e non dei governi che non governano, o dei governi eterodiretti dal mercato e dagli interessi finanziari, fosse la colpa del disorientamento generale.

Cuperlo: che ci sto a fare? Titolo del Corriere sul disagio della minoranza Pd. Come si fa ad appoggiare Giachetti a Roma, come se niente fosse accaduto, come se l’inchiesta Mafia Capitale riguardasse altri e non anche il Pd, come se il Pd non avesse cacciato un suo sindaco, firmando il fallimento dell’amministrazione Pd e portando quelle firme dal notaio? E come sopportare la campagna di menzogne – il Fatto dice che arriveranno per posta in tutte le case – che accompagnano la campagna per il Sì al referendum? Come infine, acconciarsi a una legge elettorale che elegge il premier, consegna a lui, in premio, la nomina di 120 deputati, altri 100 se li era scelti come capolista bloccati, svuota di ogni potere la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica, trasforma il Parlamento in un votificio di provvedimenti voluti dal governo? Gianni, Walter, Pierluigi, Felice che ci state a fare nel Pd, non vedete che l’antica “ditta” si è dissolta, che uno spirito alieno ne ha conquistato il cuore e la mente? Partito della nazione, partito del leader, non partito della sinistra, che magari vuol governare con il centro. Anche per rispetto di Renzi, che dice cose sbagliate ma alle quali forse crede, non vi sembra che sia giusto lasciarlo alla sua strada?

Da corradinomineo


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