Ripubblichiamo la lettera che Federico Orlando, presidente di Articolo21 scomparso due anni, scrisse a Marco Pannella e ai colleghi di Europa di cui Orlando era condirettore
di Federico Orlando
Caro Marco, ho seguito con apprensione le notizie sulla tua salute, diffuse nel corso della conversazione domenicale con Massimo Bordin a Radio Radicale. Anch’io ne sono rattristato, per te e per il nostro paese, che da te si aspetta altre battaglie di avanzamento civile. Così riprendo il mio computer, dopo due mesi di interruzione del lavoro e della mia presenza in redazione per una crisi provocata da una invalidità come quella che potrebbe riguardarti. Tu non hai bisogno del conforto di alcuno, perché sei stoico e forte e testardo di tuo, come nel mio piccolo ho cercato di essere io per tutta la vita. Ora che essa sembra chiamare a pagarle il debito, in qualsiasi forma, mi sono tornate tuttavia alla memoria le parole del nostro comune padre Benedetto Croce, nel “Soliloquio” con cui aprì l’ultimo fascicolo della Critica: ci ricordava che dobbiamo continuare nel nostro impegno, affinché nessuna eventualità ci trovi “in ozio stupido”.
Come sai, anche Europa è in difficoltà, come l’informazione radicale. Tutto ciò che in Italia è anticonformista o non padronale costringe a vivere con fatica chi vi si dedica con spirito di libertà. In mancanza del quale, anche pensiero e volontà degli altri perdono qualcosa, il paese impoverisce. Per questo “riprendo la penna”, per fare insieme agli auguri più cari a te, quelli ai colleghi della redazione, della direzione, dell’amministrazione, affinché, nelle forme editoriali e organizzative più consone, sia loro possibile continuare il loro lavoro per tutti.