Asmarina, un documentario ricostruisce la memoria italo-eritrea

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Di Angela Caporale

La storia dell’uomo è una storia di movimenti, mutamenti, cambiamenti. È una storia di migrazioni. Quello che oggi le contingenze storiche portano a interpretare come un fenomeno a senso unico, in realtà ha coinvolto persone da tutte le parti del mondo e non solo nell’ultimo secolo. Vi sono poi casi in cui, al netto dei numeri, si può considerare il migrare come uno scambio, condizionato da situazioni storiche e scelte politiche. Uno di questi casi è l’Eritrea, piccolo Stato nella parte orientale del Corno d’Africa, colonia italiana a partire dall’occupazione di Assab nel 1882.

Durante il Fascismo erano circa tremila gli italiani che si erano trasferiti – dovremmo forse dire che erano migrati? – ad Asmara, la capitale, e nelle altre città del Paese. Ancora oggi resistono alcuni quartieri signorili dai nomi italiani, costruiti tra il 1936 e il 1941, gli anni della grande espansione urbanistica della città. Allo stesso periodo storico risale Asmarina, una canzone interpretata da Mimmo Carolei, italiano d’Eritrea, che ha dato il nome al documentario di Alan Maglio e Medhin Paulos, girato tra Milano e Bologna per ricucire quello strappo alla memoria collettiva che la diffidenza reciproca ha creato in questi anni, per riscoprire e discutere parte di una storia comune che altrimenti andrebbe dimenticata… Continua su vociglobali


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