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A Trieste per Giulio Regeni

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C’erano le ragazze e i ragazzi che frequentano il “suo” Liceo Petrarca. C’erano i professori che lo avevano avuto come studente, curioso e brillante, ma assolutamente “normale”, dal 2002 al 2005, prima che spiccasse il volo verso il Collegio del Mondo Unito nel New Mexico, e poi Cambridge, e poi purtroppo l’Egitto. C’erano i militanti di Amnesty Internationale, c’era tanta gente comune, c’era la città di Trieste, in piazza dell’Unità, a ricordare ancora una volta Giulio Regeni.
Sono passati più di cento giorni da quando il ventottenne ricercatore di Fiumicello, provincia di Udine, è stato sequestrato, torturato e barbaramente ucciso. In questi cento giorni, prima in Italia e poi un po’ dappertutto, si continua a chiedere “Verità per Giulio Regeni”.
Lo ha fatto, lo fa con forza anche quella che è stata per qualche anno la sua città. L’applauso più forte, più caloroso è arrivato quando la preside del liceo ha letto la lettera dei genitori di Giulio, impossibilitati a essere presenti ma presenti con il cuore. Grazie per quello che fate, hanno scritto, nostro figlio era rimasto molto legato a quello che continuava a considerare “il suo liceo”. Anche da lontano aveva mantenuto rapporti e contatti più forti della lontananza e degli anni trascorsi. Lottate ancora per ottenere la verità per Giulio ma anche perché vengano rispettati ovunque i diritti umani e civili.
E per ricordare Giulio il Liceo Petrarca organizzerà all’inizio di ogni anno delle lezioni sulla Costituzione e sui diritti di cittadinanza. Dopo le varie testimonianze, e l’appello alla magistratura italiana ed egiziana a continuare le indagini per giungere alla verità, un altro momento di commozione ha accompagnato il flash mob nel quale molti partecipanti alla manifestazione si sono calati una fascia nera sugli occhi. Giulio non era solo nostro, ha detto qualcuno, era un ragazzo europeo, un cittadino del mondo,
un “giovane contemporaneo”. Che non voleva diventare il protagonista di un “caso internazionale”, voleva una vita normale, da ricercatore allo studio e alla conoscenza di paesi e popoli diversi da quelli di cui era figlio.
Alla manifestazione triestina, organizzata dal Liceo Petrarca e da Amnesty International, hanno aderito e partecipato l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia e l’Ordine regionale dei giornalisti.

(Foto Andrea Lasorte)


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