Gianluigi Nuzzi, giornalista, saggista e conduttore di programmi di approfondimento come “QuartoGrado”, è sotto processo in Vaticano dallo scorso novembre, per aver denunciato nel suo libro-verità Via Crucis (edizioni Chiarelettere), lo sperpero di denaro da parte della Curia Romana e della difficile lotta per cambiare la situazione che sta conducendo Papa Francesco. Insieme a Nuzzi, anche il collega Emiliano Fittipaldi sta subendo uguale trattamento in Vaticano, a causa del suo libro “Avarizia”. Entrambi indagati per fuga di notizie dalla Santa sede. Tramite documenti e registrazioni, Gian Luigi Nuzzi ha mostrato lo sperpero finanziario all’interno del Vaticano,dando vita a Vatileaks 2 e per aver fatto bene il proprio lavoro, si ritrova a subìre un processo iniquo. Impressiona, in questo difficile contesto, il silenzio della politica. Il giornalista ci ha concesso un’intervista, nella quale si parla del libro, della verità emersa e di giornalismo in senso lato.
Come giudica l’atteggiamento del governo Renzi, che non ha preso posizione sulla sua vicenda e sul processo che sta subendo?
Il silenzio del governo fa molto rumore, soprattutto nella stampa estera. Spesso colleghi stranieri mi chiedono come mai tutto questo silenzio pneumatico della politica sul processo ai giornalisti in vaticano. La risposta trova diverse motivazioni: innanzitutto il fatto che in Italia abbiamo un po’ di Vaticano nel nostro dna e quindi siamo molto indulgenti, timorosi, ossequiosi. Vi è poi da considerare l’andamento del processo: gli elementi voyeristici emersi, il profilo di alcuni dei coimputati rende la storia “scivolosa” per chi teme di prendere posizione. Infine il timore di perdere elettori….ma sono tutti motivi, come vede, risibili….
“Via Crucis”, pubblicato da Chiarelettere, è il suo terzo libro nel quale si occupa di scandali finanziari e vicende losche all’interno del Vaticano, dopo Vaticano S.p.A. e Sua Santità. Da cosa nasce questo interesse per la Chiesa?
L’interesse nasce dal desiderio di scoprire come gestiscono le finanze all’interno della Chiesa. Sappiamo tutto quando Papa Francesco bacia le guance rosse dei bambini ma poco o niente sul quel fiume di denaro tra eredità e offerte che entra in vaticano.
Cosa l’ha turbata o disgustata maggiormente dalle notizie di cui è venuto a conoscenza e che riporta nel libro?
La destinazione di gran parte del denaro delle offerte per i poveri dell’obolo di San Pietro: quando arriva Bergoglio in vaticano scopre che quei denari, decine di milioni di euro, vengono in gran parte destinati a sanare i conti in rosso di una curia che malgestisce i soldi e che, in parte, vive di privilegi. Di 10 euro, nel 2013-2014, solo 2 vanno alla beneficenza del Santo Padre. Francesco si arrabbia chiede che le cose cambino e in effetti i risultati piano piano arrivano. Oggi metà dell’Obolo di san Pietro finisce ai poveri.
Viviamo in un periodo strano. Sono rare le inchieste giornalistiche come le sue, in un Paese attraversato da scandali di ogni tipo. Cosa pensa del giornalismo di oggi?
Che inchieste e opinioni sono l’unica strada del domani: le free news infatti saranno alla portata di tutti tramite mille vettori multimediali mentre gli approfondimenti faranno la differenza. In Italia, invece e purtroppo, spesso si vedono le inchieste giornalistiche o come un male necessario o una foglia di fico.
Ha mai avuto paura, o ha mai ricevuto minacce mentre scriveva “Via Crucis”? Ne ha mai ricevute in passato, dopo la pubblicazione di Vaticano S.p.A e Sua Santità?
No, per fortuna, anche se la mia casa editrice ha subito diversi misteriosi furti mentre stavamo preparando Via Crucis.
Come valuta l’azione riformatrice di papa Francesco? Ritiene che se non fosse stato preceduto sul soglio pontificio da Benedetto XVI, avrebbe potuto iniziare questo rinnovamento?
No, il vero rivoluzionario è Benedetto XVI, pioniere del cambiamento capace addirittura di dimettersi pur di far andare avanti la sua Chiesa. La riforma del papa va avanti ma molto a rilento.
Che giudizio esprime sulla Chiesa di oggi?
Non spetta a me giudicare.
Secondo lei, queste pratiche da quanto tempo vanno avanti?
Da sempre, nella storia della storia ma il mutamento significa che se la Chiesa guarda se stessa e al futuro deve cacciare i faraoni come ripete ogni giorno Francesco.
Cosa è per lei il giornalismo e cosa significa fare il giornalista?
Trovare notizie che altri non vedono o fanno finta di non vedere, raccontarle e avere i cassetti vuoti della scrivania.
Viviamo in un Paese democratico, eppure lei è sotto processo per aver svolto il suo lavoro. Come valuta la libertà di stampa in Italia?
Sono sotto processo in vaticano dove non esiste una legge sulla libertà di stampa. In Italia? C’è molta libertà ma poca tutela.
Progetti futuri?
Continuare con Quartogrado facendolo diventare sempre più il programma di cronaca e approfondimento di riferimento.
Curiosità finale: le è capitato di vedere il film Spotlight? Se sì, cosa ne pensa?
Certo l’ho visto in anteprima per un commento che ho firmato per il mensile GQ: è un’attesa lezione di giornalismo….per me stesso ma credo soprattutto per noi tutti….