Processati per sette articoli sull’inchiesta Toghe lucane pubblicati sul settimanale Il Resto e non graditi dal querelante, l’ex senatore Emilio Nicola Buccico
Nell’udienza del 6 aprile 2016 il giudice Maria Teresa Dezio, del Tribunale di Salerno, ha assolto – ritenendo infondate le accuse – i giornalisti Nicola Piccenna e Rocco Antonio Grilli, direttore responsabile del settimanale lucano Il Resto. Nel corso del processo si sono ripercorse le vicende dell’inchiesta “Toghe Lucane”, trattate in sette articoli pubblicati nel 2008, relativa ai comportamenti e alle relazioni pericolose di alcuni magistrati operanti in Basilicata.
I due giornalisti erano stati rinviati a giudizio nel 2011 a seguito di diverse querele per diffamazione a mezzo stampa presentate dall’ex senatore Emilio Nicola Buccico, anche lui lucano, costituitosi poi parte civile nel processo.
Negli articoli si riferiva, tra l’altro, di un incarico professionale conferito alla parente avvocata Angela Buccico. Inoltre, si raccontavano le sue conversazioni con l’allora Procuratore di Potenza, Giuseppe Galante, e il Sostituto Claudia De Luca: Buccico non gradì la pubblicazione dei contenuti di quei colloqui. Negli articoli si riferiva anche del rinvenimento del file di una querela di Buccico nel computer di Giuseppe Chieco (allora Procuratore della Repubblica a Matera). Non vi era motivo che giustificasse la presenza di quell’atto giudiziario nel computer del magistrato materano. Altra doglianza del querelante aveva riguardato la pubblicazione della domanda posta a Nicola Mancino, all’epoca vice presidente del CSM, circa l’inopportunità di partecipare a un convegno di studenti sul tema delle garanzie costituzionali, che vedeva correlatore Emilio Nicola Buccico, all’epoca di quel convegno indagato per gravissimi reati (procedimento successivamente archiviato).
Processo lungo e difficile, per gli imputati, anche per il rilievo della figura del querelante. L’avvocato Emilio Nicola Buccico dal 1997 al 2001 è stato presidente del Consiglio nazionale forense; dal 2002 al 2006 componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura in quota Alleanza nazionale; dal 2006 al 2008 senatore della Repubblica e membro della Commissione giustizia e della Commissione parlamentare antimafia; dal 2007 al 2009 sindaco di Matera.
Dopo cinque anni, il giudice del tribunale di Salerno ha concluso il processo ai due giornalisti ritenendo infondate le accuse loro rivolte e assolvendo gli imputati perché “il fatto non sussiste” o perché il “fatto non costituisce reato”. Nel corso del dibattimento l’avvocato difensore degli imputati aveva interrogato, come testi, l’ex magistrato Luigi De Magistris, il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo e il maresciallo della guardia di finanza Luigi Musardo, che si erano occupati dell’inchiesta “Toghe Lucane”.
Gran parte dei procedimenti penali per diffamazione e/o calunnia a carico di Nicola Piccenna è dovuta alle querele di Emilio Nicola Buccico. Tra giugno 2006 e luglio 2007, Buccico ha sporto querela per tutti gli articoli di Piccenna in cui era menzionato: 52. Esattamente quanti sono i numeri del settimanale “Il Resto” pubblicati nel medesimo arco temporale. Dopo quella data molte altre sono state le doglianze di Buccico nei confronti del settimanale, che hanno prodotto altre querele contro il giornalista.
Centinaia sono le udienze generate dai numerosi procedimenti. Di uno di questi Ossigeno si è già occupato nel 2012.
Nicola Piccenna così ha commentato questa ultima assoluzione: “Come si legge nei capi di imputazione, spessissimo vengo tacciato di diffamazione implicita o di insinuazioni sottintese. Quando si raccontano fatti veri, non c’è bisogno di trarre le conclusioni, quelle le trae il lettore dotato di un sufficiente quoziente intellettivo. Ciò dà fastidio al potente di turno. Ma tutto questo – conclude Piccenna – è da ascrivere alla stessa successione degli eventi, e non all’articolo di stampa, che non ha alterato la verità dei fatti riportati”.
AV