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Rai ed editoria: tutto risiede nella concentrazione oligopolistica in atto del potere economico-finanziario

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Ha ragione Vittorio Emiliani nell’articolo pubblicato su Articolo21: nessuno parla più della reale autonomia della RAI o della sua missione di servizio pubblico. Ha meno ragione, l’illustre collega ed ex consigliere di amministrazione  di viale Mazzini, a distinguere questo tema da quello delle nomine e delle candidature. Come le concentrazioni editoriali a cui egli stesso si riferisce, tutto a mio avviso fa parte dell’unico vero problema politico a cui ci troviamo di fronte, quello della concentrazione oligopolistica in atto del potere economico-finanziario e del suo coerente sviluppo nella politica dei governi, non solo in Italia ma ormai in tutta Europa.

Apriamo gli occhi, sono tre anni che si procede in coerenza con il documento di 16 pagine scritto dagli economisti del grande gruppo finanziario JP Morgan nel giugno del 2013. “I sistemi politici e costituzionali del sud – scrivevano alludendo esplicitamente alle costituzioni varate dopo la sconfitta del nazifascismo – presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo”.

Eppure sembra che molti, non credo Emiliani, non riescano ancora a vedere un disegno coerente nelle riforme attuate o in corso di attuazione per iniziativa dell’attuale governo. Dalla solidarietà con Marchionne contro  sindacalisti e statuto dei lavoratori alla svolta filogovernativa della RAI, fino al coronamento della deriva autoritaria che si avrebbe tra qualche mese con l’entrata in vigore della nuova legge elettorale e della riforma costituzionale. E’ quindi su questa deriva autoritaria che gli italiani sono invitati al plebiscito, non tanto su Matteo Renzi che ne è solo un’abile mosca cocchiera. Così  mi spiego  l’omertà della maggior parte dei media, caro Emiliani. Vorrei che tutti  i sinceri democratici, a cominciare da quelli della minoranza di sinistra del PD, se ne rendessero conto prima che sia troppo tardi. Perché diventa ogni giorno più chiaro che a “giocarsi tutto”, con il voto sul referendum, saremo noi cittadini


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