Cosa è cambiato con i voti della Camera dei Deputati sull’indagine dell’Antimafia e sulla proposta per scoraggiare le liti temerarie
A marzo del 2016 si sono verificati in Italia numerosi episodi di minacce e intimidazioni nei confronti di operatori dell’informazione. Quindici sono stati documentati da Ossigeno. Ma ci sono state anche due importanti novità che fanno sperare in un maggiore impegno delle autorità per assicurare una più adeguata protezione ai giornalisti italiani che subiscono minacce e abusi da chi vuole ostacolare il loro lavoro.
La prima viene dalla Camera dei Deputati che il 3 marzo ha approvato con un voto unanime la Relazione presentata dalla Commissione Parlamentare Antimafia a conclusione di un’indagine parlamentare senza precedenti “sullo stato dell’informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie”. Anche la seconda novità positiva viene dalla Camera dei Deputati che, qualche giorno dopo, ha approvato una norma attesa da tempo che – quando entrerà in vigore – scoraggerà le iniziative giudiziarie strumentali di chi chiede pretestuosamente risarcimenti in denaro ai giornalisti accusandoli di diffamazione senza un fondato motivo. Questo abuso del diritto è frequente ma è punito molto raramente e perciò è da tempo uno degli strumenti intimidatori più praticati in Italia per bloccare la pubblicazione di notizie sgradite.
Ci vorrà tempo perché queste novità entrino in vigore. Ciò non toglie che questi voti del Parlamento siano due pietre miliari. Essi segnalano che il muro delle inadempienze pubbliche si sta sgretolando e che non è stato inutile il lavoro solitario che Ossigeno per l’Informazione svolge da dieci anni per rappresentare una limitazione della libertà di informazione che in Italia è grave e insostenibile, per portare all’attenzione pubblica un fenomeno che i media continuano in gran parte ad oscurare. Lentamente, silenziosamente i dati oggettivi e le analisi di Ossigeno hanno innescato un processo politico positivo che è la premessa per affrontare e risolvere il problema. Ancora qualche settimana fa la svolta appariva poco probabile e ancora oggi molti non ne hanno compreso la portata. Certamente ulteriori incertezze ed esitazioni politiche saranno inevitabili, ci vorrà ancora pazienza e tenacia, ma quando imbocca la strada gusta e si avvia un processo politico, prima o poi si arriva ai risultati concreti.
L’ostacolo più grande era rappresentato proprio dalla negazione del problema, dalla sua grave sottovalutazione. “Queste cose non accadono in italia”, ci dicevano. Gran parte delle energie di Ossigeno sono state spese proprio per superare questa obiezione, falsa, infondate, ma molto solida. Se si pensa a tutto questo si comprende perché questi passi del Parlamento e del Governo, che si aggiungono ad altri dell’ultimo anno, più timidi ma altrettanto significativi, sono così importanti. Con queste votazioni, il Parlamento – e il governo che ha espresso parere favorevole – finalmente hanno ammesso nel modo più formale e solenne che il problema sollevato da Ossigeno esiste e deve essere affrontato con urgenti modifiche legislative, per difendere il diritto dei giornalisti di fare il loro lavoro senza rimetterci la vita o il patrimonio e, allo stesso tempo, per difendere il diritto dei cittadini di ricevere informazioni.
Che questi interventi sono necessari e urgenti lo dice chiaramente la Relazione dell’Antimafia, e con il suo voto la Camera dei Deputati ha condiviso questa valutazione. L’urgenza, del resto, è dimostrata tutti i giorni dalle cronache di Ossigeno, che continuano a proporre drammatici episodi di minacce e di abusi contro i giornalisti.
Alcuni di questi episodi sono di estrema gravità. Dimostrano l’intolleranza diffusa per una informazione libera ed autonoma. A volte dimostrano anche che lo spirito di vendetta, la voglia di infliggere punizioni esemplari ai giornalisti sgraditi sembra prevalere perfino sulla giurisprudenza che, che come tutti sano, raccomanda di comprendere le particolari difficoltà del lavoro giornalistico e punizioni eque per chi sbaglia, tali da non impedire la prosecuzione dell’attività giornalistica. Ossigeno condivide queste raccomandazioni è segnala perciò come un fatto grave la decisione giudiziaria di vendere all’asta un giornale storico condannato per diffamazione a mezzo stampa a versare un ingente risarcimento. È accaduto il 9 febbraio 2016, quando il Tribunale di Napoli, per trovare i soldi del risarcimento dovuto al querelante, ha deciso di procedere entro 90 giorni alla vendita all’asta della Voce delle Voci, una testata che per oltre trent’anni ha pubblicato importanti inchieste sulla criminalità e la corruzione. Ossigeno aveva già segnalato il fatto abnorme che la condanna per diffamazione avesse causato la sospensione delle pubblicazioni e il pignoramento delle risorse personali dei redattori.
Questo brano è tratto dalla rassegna mensile di marzo 2016 delle intimidazioni in Italia realizzata da Ossigeno per l’Informazione per il Centro Europeo per la Libertà di Informazione e di Stampa di Lipsia (ECPMF), con il sostegno dell’Unione Europea. Leggi la rassegna completa