No alle Olimpiadi calate dall’alto. Sì, al referendum per scegliere se farle o meno. Lo ha detto il Campidoglio smentendo il duo Montezemolo-Malagò che non voleva “intralci” alle proprie decisioni, date ormai per acquisite.
E’ una vittoria dei Radicali, Sinistra Italiana e di un ampio schieramento di associazioni, che hanno insistito perché questa decisione venisse sottoposta ad una consultazione popolare. Infatti, le previsioni di “sostenibilità” dei costi in tutte le edizioni si sono sempre rivelate false, lasciando alle città ospitanti più oneri (debiti) che onori (entrate turistiche e indotto degli sponsor olimpici).
Ma a Roma c’è un altro business ben camuffato sotto l’orgoglio olimpico: si tratta della costruzione di migliaia di metri cubi su aree verdi, costruzioni ufficialmente destinate allo sport e all’alloggio degli atleti, ma che in realtà fornirebbero il pretesto per un’immensa speculazione edilizia dei soliti “palazzinari”, i veri poteri forti dell’Urbe. Tutto come sempre. Non è un mistero – a questo proposito – il progetto del nuovo stadio della Roma, che sembra un’opera persino opportuna, salvo poi scoprire che intorno allo stadio sono previste nel progetto dei costruttori realizzazioni immobiliari sproporzionate per la classificazione di “strutture di servizio” e in realtà autentiche speculazioni edilizie, per eludere i limiti del Piano Regolatore vigente.
Se decidiamo di informarci e vigilare, il potere forte diventiamo noi cittadini.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21