Non sono d’accordo con chi equipara l’astensione al referendum sulle trivelle, al voto contrario, adducendo che la previsione di un quorum dia pari dignità alle due scelte. Il quorum infatti è un indicatore di inerzia, estraneo al merito, che non può essere utilizzato per inficiarlo. Se non ricorrendo alla furbizia italica, che vede molto più facile per i contrari alla certezza della durata delle trivelle, paralizzare il confronto alleandosi con i lanzichenecchi dell’indifferenza, piuttosto che affrontarlo nelle urne.
Tra questi promotori dell’astensione, spiace vedere in prima fila l’ex presidente Napolitano, il quale – pur non avendo mai mostrato una particolare caratura politica – ha comunque ricoperto un ruolo di grande autorevolezza. E proviene dalle fila di un partito, dove Gramsci ha dichiarato il suo odio per gli indifferenti. Napolitano dovrebbe avere a cuore il valore della partecipazione per la salute della democrazia. Non può l’emerito eludere il merito. Soprattutto in un Paese come il nostro, dove l’individualismo opportunistico di chi si fa solo gli affari propri ha raggiunto la soglia critica dell’eversione a bassa intensità.
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