Casaleggio poteva piacere o meno, ma si è messo in gioco con le sue idee, ha rischiato e così ha scosso dal torpore la politica italiana. Per questo merita rispetto e gratitudine. Ora il M5S è in una situazione delicatissima. Che può evolvere nell’emancipazione o precipitare nel caos. Grillo – da solo – non può sostituire questa assenza. Deve giocare di anticipo e convocare una riunione generale subito dopo le amministrative, magari chiamandola non-congresso. Dovrà costruire una struttura organizzativa che sostenga il carico del pilastro venuto mancare, distribuendone il peso su più organismi. Ma questo significa diventare un partito vero. E la sfida è proprio questa: dimostrare che non è la forma “partito” a corrompere le persone, ma il contrario.
Grazie di tutto, Casaleggio.