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Turchia, nuova strage: 32 morti. Ma il governo censura le immagini

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Trentadue morti finora, feriti in dieci ospedali. Una serata di terrore ad Ankara che però i turchi, innanzitutto, non possono vedere. A poche ore dall’attentato il Consiglio supremo della Radiotelevisione (RTUK, già questo un’anomalia) ha vietato in modo tassativo la trasmissione delle immagini della nuova strage.  E contemporaneamente i social network del Paese risultano fortemente rallentati, al limite della trasmissione, come era già successo in occasione di altri attentati. A questo punto viene da chiedersi: cosa teme Erdogan, di cosa ha paura, cosa vuol dimostrare? Tutto il mondo ormai sa dell’attacco ed  è addirittura ridicolo nasconderlo.  Crede di cancellare con le immagini anche l’orrore? Il suo popolo sta vivendo momenti di grande dolore e non sarà certo la sua scellerata censura a negare il nuovo sangue. Anche in Costa d’Avorio, teatro di un’altra strage, chiunque può seguire in diretta l’evolversi di una situazione drammatica. Ma in Turchia no, è vietato. Il sultano sta veramente esagerando. Continua ina repressione assurda, isolandosi dal resto del mondo, non solo quello civile.


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