Che in Arabia Saudita fosse pericoloso esprimere giudizi critici sulla religione, lo sapevamo bene, soprattutto attraverso la vicenda del blogger Raif Badawi, che sta scontando una condanna a 10 anni di carcere e a 1000 frustate.
Ma la novità è che si rischia anche in Russia. Lo dimostra l’assurda vicenda di Viktor Krasnov, un 38enne di Stavropol che potrebbe essere condannato a un anno di carcere per il “reato” di offesa ai sentimenti religiosi: “reato” introdotto nel 2013, dopo la performance artistica realizzata nel marzo 2012 dal gruppo punk Pussy Riot nella cattedrale ortodossa del Cristo Redentore, a Mosca.
Due anni fa, Krasnov stava chattando in rete quando uno dei partecipanti si è sentito offeso dalla frase “Per me quella raccolta di favole ebraiche che è la Bibbia è una completa sciocchezza. Non esiste alcun Dio” e lo ha denunciato.
Le udienze del processo vanno avanti. Ma prima che il processo iniziasse, Krasnov è stato costretto a trascorrere un mese in un reparto psichiatrico per determinare se fosse o meno sano di mente per comparire in giudizio.