Tra le categorie da difendere dall’hate speech ora il social network inserisce anche i migranti
Non c’è spazio per i discorsi d’odio su Facebook e il lavoro da fare per contrastare l’hate speech è ancora tanto. A dirlo lo scorso venerdì è stato il Ceo del famoso social network, Mark Zuckerberg. A far riflettere il creatore della piattaforma sulla necessità di migliorare le politiche interne per la gestione dell’odio online, l’incontro con Angela Markel a Berlino, in occasione del quale è stata discussa la situazione tedesca che, come in molti altri paesi, ha visto crescere esponenzialmente i casi di hate speech online con l’incremento del numero di rifugiati e migranti in arrivo.
L’hate speech contro i migranti non può essere tollerato, ha affermato Zuckerberg, dichiarando che essi saranno inseriti tra i “gruppi protetti”, quelle categorie considerate più vulnerabili e alle quali, dunque, la società deve dedicare particolare attenzione. Facebook promette quindi di continuare a lavorare allo sviluppo di politiche interne efficaci affinché davvero i contenuti d’odio non trovino spazio sul social network.