Organizzato da un cartello di 50 associazioni. “L’Italia non deve essere coinvolta in nessun modo”. Sull’accordo con la Turchia: “Ci preoccupa perché ha lo scopo di esternalizzare le frontiere in un paese che che non garantisce i diritti fondamentali”
ROMA – “No alle guerre e all’intervento in Libia, no ai muri e alla chiusura delle frontiere”. Con questo slogan si è svolto questo pomeriggio a Roma un sit-in di protesta organizzato da un cartello di 50 associazioni: dall’Arci al movimento nonviolento fino a Pax Christi, Libera e Rete italiana per il disarmo. La manifestazione si è tenuta in contemporanea alla discussione alla Camera sulle crisi internazionali con riferimento alla Libia e un possibile supporto militare dell’Italia. “Sono due gli aspetti che ci teniamo a sottolineare: vogliamo dire no al ricorso alle armi e no alla chiusura delle frontiere. Sono due facce della stessa medaglia perché il proliferare dei conflitti causa inevitabilmente lo spostamento di persone e l’aumento di profughi e rifugiati – sottolinea Grazia Naletto, portavoce di Sbilanciamoci – . In questa occasione vogliamo anche ribadire che l’accordo raggiunto tra l’Europa e la Turchia ci preoccupa perché ha lo scopo di esternalizzare le frontiere in un paese che che non garantisce i diritti fondamentali”. “Il nostro è un no a una cultura della guerra fatta di armi e di muri – aggiunge Filippo Miraglia di Arci nazionale – . Vogliamo dire chiaramente che l’Italia non deve essere coinvolta in nessun modo nell’intervento in Libia. Le rassicurazioni di Renzi non ci bastano, molti nostri eserciti sono già impegnati in diversi fronti”. In piazza i manifestanti hanno aperto alcuni ombrelli bianchi che simboleggiano la protezione che oggi l’Unione europea non dà ai rifugiati e ai richiedenti asilo. “Siamo qui anche per lasciare un messaggio propositivo, per dire che la soluzione non è questa. L’intervento armato getta ulteriore benzina sul fuoco – sottolinea Mao Valpiana del movimento nonviolento – Non abbiamo bisogno di armi ma di una politica di disarmo”. In piazza tra i manifestanti anche don Luigi Ciotti di Libera e alcuni deputati come Giulio Marcon e Erasmo Palazzotto, di Sel e Stefano Fassina di Sinistra italiana. (ec)