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Migranti, l’Europa cerca l’intesa con la Turchia. Ma senza sconti

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No ai tre miliardi aggiuntivi, pochi reinsediamenti in Europa, prudenza sul processo di adesione. I leader dei ventotto riuniti a Bruxelles hanno raggiunto una posizione comune che si tenterà ora di far approvare al premier turco Davutoglu. Hollande: “Non garantisco che ci sarà lieto fine”

 

BRUXELLES – A livello europeo ora c’è una posizione comune, resta il compito, tutt’altro che semplice, di farla digerire al governo turco. Dopo una giornata di trattative a ventotto, i leader dei paesi Ue sono pronti alla trattativa finale, quella che dovrebbe consentire di chiudere con il premier turco, Ahmet Davutoglu, l’accordo per fermare il flusso di migranti in arrivo, attraverso l’Egeo, sulle coste greche. Nessuno si aspetta discussioni facili: sarà “tutto tranne che semplice”, ammette la cancelliera tedesca, Angela Merkel mentre il presidente francese,François Hollande avverte: “Non posso garantirvi che ci sarà un lieto fine”. A complicare le trattative, la frenata dell’Unione europea, che vuole assolutamente chiudere l’accordo ma senza fare sconti al governo turco ed è dunque pronta a fare resistenza su diverse richieste avanzate da Ankara al vertice della scorsa settimana.

Per prima cosa, dopo le molte critiche piovute sull’idea di rimandare in Turchia tutti i migranti in arrivo sulle isole greche, ora l’Ue vuole da Ankara garanzie sul loro trattamento. I ventotto hanno concordato di chiedere al governo turco l’impegno a proteggere i migranti secondo gli standard internazionali e hanno stabilito di coinvolgere nei rinvii dei migranti anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La proposta di Ankara prevedeva uno schema uno a uno, secondo cui, per ogni siriano rimandato in Turchia, uno doveva essere reinsediato in Europa. Anche su questo, però, i leader intendono fare resistenza offrendo, per il momento, soltanto 72mila posti per l’accoglienza in Europa di rifugiati provenienti dai campi turchi. Pochi, forse, per convincere il governo turco a fermare davvero tutte le partenze verso l’Europa.

A far sudare i leader, anche l’organizzazione pratica di un’operazione a dir poco impegnativa. Atene ha chiesto ai colleghi dei ventotto l’impegno a contribuire con personale specializzato per consentire, così come imposto dagli obblighi internazionali, un’analisi individuale di ogni domanda di asilo prima del rinvio verso la Turchia. La messa in funzione della macchina deve essere rapida, l’effetto altrimenti rischia di essere quello di un potente “pull factor” che spinga i migranti a partire in massa prima che i rinvii siano effettivi.

Resta poi da risolvere lo spinoso tema dell’apertura di nuovi capitoli negoziali che Ankara vorrebbe vedere aperti ma a cui Cipro si oppone visto che la Turchia non riconosce il governo del paese. Per uscire dall’impasse i leader Ue hanno optato per una formulazione vaga che li impegni a prepararsi per l’apertura dei nuovi capitoli “il prima possibile” e sono stati ben attenti a non citare i cinque capitoli specifici che il governo turco chiedeva di mettere nero su bianco. L’Ue vuole andare con calma anche sulla liberalizzazione dei visti: i leader dei ventotto sono pronti a mantenere la fine di giugno come obiettivo, così come chiesto da Ankara, ma chiariscono anche che si devono rispettare tutti e 72 i requisiti fissati. Ankara per il momento è il linea solo con 35.

Prudenza anche sui tre miliardi di fondi aggiuntivi che la Turchia ha chiesto all’Europa per le spese legate ai profughi nei campi turchi. I leader sono d’accordo a velocizzare l’esborso dei tre miliardi già promessi ma per il momento non hanno voluto prendere impegni precisi su altre somme da mettere sul piatto. Altro punto che potrebbe non piacere affatto al governo della mezzaluna. “Continueremo le consultazioni”, ha dichiarato Davutoglu entrando al Consiglio europeo per riprendere i negoziati “e spero – ha aggiunto – raggiungeremo il nostro risultato di aiutare tutti i rifugiati siriani e di approfondire le relazioni tra Ue e turchia che sarebbe una buona notizia per il continente e per tutta l’umanità”. (Letizia Pqascale)

Da redattoresociale


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