L’International Press Institute (IPI) ha assegnato al giornalista iraniano Ahmad Zeidabadi il suo 68esimo Word Press Freedom Hero per la sua lotta coraggiosa per la libertà di espressione, i diritti umani e la democrazia in Iran. Ne dà notizia l’associazione Iran Human Rights Italia.
Zeidabadi, un noto giornalista, docente e analista politico iraniano, ha subito numerosi arresti, celle di isolamento, confino e divieto permanente di fare politica e di esercitare l’attività di giornalista, a causa dei suoi articoli. È tra le decine di giornalisti riformisti e attivisti politici iraniani che sono finiti nel mirino delle autorità iraniane dopo le contestate elezioni presidenziali del giugno 2009.
Dopo il suo arresto, avvenuto proprio nel culmine delle proteste, è stato tenuto in isolamento per 141 giorni. Nel dicembre 2009 è stato condannato a sei anni di prigione e a cinque anni di confino con l’accusa di “azioni contro la sicurezza nazionale”, di “condizionamento dell’opinione pubblica” e “diffusione di propaganda contro il regime”. Gli è stato anche vietato di partecipare alla vita politica e sociale e di praticare la sua professione di giornalista. È stato rilasciato il 23 luglio 2015.
Zeidabadi ha accolto la notizia del premio con grande gioia: “In una situazione come la mia, uno potrebbe pensare di essere condannato a una morte silenziosa e di essere stato completamente dimenticato. Invece il premio mi ha ricordato che ovunque, in tutto il mondo, ci sono colleghi e istituzioni che non mi hanno dimenticato”.
Mentre era in carcere, Zeidabadi era stato insignito di altri due premi internazionali per i suoi tentativi di difendere la libertà di espressione: nel 2010 il Golden Pen of Freedom Award della World Association of Newspapers e nel 2011 il Guillermo Cano World Press Freedom Prize dell’Unesco.