“Dal marzo 2013 un provvedimento per cambiare la barbarie della legge sulla diffamazione rimbalza tra Camera e Senato, senza essere approvato. I colleghi continuano, intanto, ad essere condannati al carcere: ultimo in ordine di tempo un battagliero pubblicista di oltre 80 anni. In cinque mesi viene, invece, votata una ipotesi di riforma dell’Ordine che non recepisce quanto proposto dal Consiglio dell’Odg, ma con cinque righe ispirate da chi è marginale nella categoria, cancella la memoria di Guido Gonella”. Lo scrive in una nota Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
“La libertà di stampa è, da ora, sicuramente più garantita. Siamo tutti più sereni. Non si sentirà parlare, si illudono, di schiavitù nel mondo dell’informazione. Gli editori possono brindare assieme ai loro complici di mille misfatti: il contratto da fame, la vergogna della delibera sull’equo compenso, la devastazione di alcuni diritti di chi ha lavorato per una vita e quella di quanti, senza tutele, dovranno accontentarsi delle mancette in cambio di un lavoro sempre più faticoso.
Gli stessi editori che potranno continuare ad incassare danari pubblici, senza neanche dimostrare di avere retribuito i giornalisti. E potranno continuare a nascondere i molti interessi che hanno in altre attività così che i cittadini non sapranno mai perché certe notizie spariscono o vengono esaltate. E’ davvero il momento di riflettere su chi fa questo lavoro e di dare voce ai diritti calpestati da patti tanto scellerati quanto inconfessabili”.