Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato ieri il Focus “Gli immatricolati nell’a.a. 2015/2016 il passaggio dalla scuola all’università dei diplomati nel 2015”. Nella relazione iniziale il Ministero sottolinea come, considerando i dati al 31 gennaio, nell’a.a. 2015/2016 si siano immatricolati 271.119 studenti, mentre nel 2014/2015 il dato si attestava a 265.565.
Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’unione degli Universitari, dichiara: “I dati pubblicati dal Ministero sono parziali. Il confronto sul solo mese di gennaio è completamente inaffidabile: nel 2013-2014 gli studenti che si sono immatricolati tra gennaio e la chiusura delle immatricolazioni sono stati 722, nel 2014-2015 ben 4608. I dati che saranno disponibili a maggio, molto probabilmente, faranno emergere una crescita degli immatricolati molto più bassa rispetto a quella emersa oggi. Parlare di un aumento complessivo è, quindi, prematuro”.
Continua Dionisio: “Il tipo di scuola da cui provengono gli immatricolati è un elemento di grande rilevanza: i liceali diplomati che si iscrivono all’università sono il 73,7%, mentre gli studenti con diploma tecnico che proseguono gli studi sono solo il 32,3%; infine, solo l’11,7% di chi proviene dagli istituti professionali decide di immatricolarsi all’università. Queste differenze dimostrano come sia necessario lavorare affinché la prosecuzione del percorso di studi sia effettivamente incentivata. L’elogio, all’interno della relazione, dei 3000 iscritti agli ITS non è sicuramente una risposta ad un tema così complesso”.
Conclude il coordinatore nazionale dell’UDU: “Infine, la situazione fotografata dai dati del Ministero parla di un prosieguo del calo degli immatricolati al Sud: solo analizzando i dati da gennaio a gennaio il calo è di 1251 studenti. Questa è la conferma di quanto noi denunciamo da tempo, a cominciare dalla campagna ScuolaUniversitàDiritti che abbiamo lanciato l’autunno scorso: nel nostro paese esiste una situazione drammatica che riguarda il Mezzogiorno e che viene confermata dai vari dati che di volta in volta vengono elaborati. Il governo ne prenda atto subito e metta in campo serie politiche di intervento e di investimento strutturale nel meridione prima che sia troppo tardi.”