Il baco della “governabilità” sta scavando anche nel PD.
Il partito sfugge ancora troppo al controllo dei renziani e allora vanno prese misure urgenti per renderlo governabile, appunto.
Primo, distruggere le primarie, facendole male.
Ancora un paio d’incidenti, brogli, bolle di affluenza bianca e il gioco è fatto. Arriverà qualcuno con l’aria pensosa e dirà che le primarie sono sospese (mai dire abolite per non allarmare), in attesa di tempi migliori Insomma, è stato bello, anche per eleggere Renzi, ma ora mettetevi là e fateci lavorare.
Secondo, dare la colpa agli altri della propria mediocrità. Cioè, chiamare il rifiuto degli elettori verso candidati mezze calzette “effetto Liguria”. Il messaggio deve essere netto: il partito decide, gli elettori eseguono. Chi non si adegua è un traditore ed è colpa sua se vince la destra.
Terzo, sterilizzare la dissidenza interna. Chi non sta con Renzi deve essere isolato e – grazie all’Italicum – non sarà più candidato, in modo da punire con lui, la parte di elettorato che rappresenta e che si ostina a resistere al pensiero unico del capo.
Infine, battere sulla governabilità:cioè non si può essere allo stesso tempo democratici ed efficienti. Il governo del fare non può avere l’intralcio della partecipazione. O perdere tempo con le critiche dell’opposizione. Ci vuole concentrazione di potere e di tempi, emarginando i dissidenti. Il resto verrà da solo, perché tanti elettori sono filo-governativi per indole e molti nobilitano la propria pigrizia con l’astensione. Su un cosa sola lo zoccolo duro è intransigente: poter evadere e corrompere senza troppe complicazioni.
E questo Renzi e Verdini lo sanno.