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Gruppo Caltagirone, giornalisti di nuovo in sciopero il 31 marzo prossimo

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I giornalisti del Messaggero di Roma, del Mattino di Napoli e del Gazzettino di Venezia sono al fianco dei colleghi poligrafici impegnati in una durissima vertenza contro il Gruppo Caltagirone che in maniera unilaterale ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale procedendo a cambiare il contratto di lavoro di riferimento.
«I giornalisti – scrivono in una nota congiunta i Cdr dei tre quotidiani – sono convinti che lo smantellamento di regole, diritti fondamentali, tutele collettive, patrimonio sociale e civile del Paese e che garantiscono una prassi sindacale costruttiva e responsabile, non possa né ora né mai essere contrabbandato come risposta alla crisi del settore. Il Gruppo Caltagirone ancora una volta dimostra di non affrontare con una reale strategia di rilancio e di investimento di ampio respiro la sfida futura per una informazione di qualità su carta e su web, limitandosi a manovre di piccolo cabotaggio calibrate sul taglio dei costi, in particolare del personale, invece di valorizzare al meglio le diverse professionalità coinvolte nel confezionamento del prodotto giornale».
Per questo i giornalisti delle tre testate hanno deciso di scioperare nella giornata di giovedì 31 marzo 2016 «in solidarietà con i colleghi poligrafici – concludono i Cdr – e in difesa di un’informazione di qualità che non può prescindere dal rispetto delle regole a tutela dei lavoratori e dei lettori».
A sostegno dei lavoratori in sciopero si schierano anche le Associazioni di stampa di Lazio, Campania, Veneto, Marche e Friuli Venezia Giulia. Le Associazioni «appoggiano la protesta dei colleghi del Messaggero di Roma, del Mattino di Napoli e del Gazzettino di Venezia che hanno proclamato un giorno di sciopero per il 31 marzo 2016, in solidarietà e a sostegno della vertenza dei poligrafici delle tre testate» e ritengono «inaccettabile il comportamento del gruppo Caltagirone che, ignorando completamente le regole del confronto sindacale, ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale, cambiando unilateralmente il contratto di lavoro».
Come già ribadito anche dal segretario generale e dal presidente della Fnsi, anche le cinque Associazioni di stampa sono convinte che «dalla crisi si possa uscire solo trovando soluzioni condivise e il coraggio di investire, senza limitarsi solo a espedienti ragionieristici di contenimento dei costi. La crisi è strutturale e sono necessarie risposte di sistema. I sindacati sono pronti ad accettare la sfida, ma sempre nel rispetto delle regole».

Fonte: Fnsi – Foto: slc-cgil.it


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