Online un portale tedesco, Zanzu.de, che promuove l’educazione sessuale e affettiva in 12 lingue. Ma siti e testate lo riducono a un manuale per “educare i migranti ad accoppiarsi con l’Europee”
Lo troviamo in questi giorni su alcune testate italiane, trasformato in qualcosa di diverso: «Il governo tedesco ha inaugurato una pagina web esplicitamente illustrata dedicata esclusivamente a promuovere il sesso interrazziale tra “rifugiati” non bianchi e persone europee», scrive il Giornale in «Ecco il manuale che spiega ai migranti come fare sesso con le donne europee».
La stessa notizia è ripresa da Libero in «Istruzioni di sesso per profughi. Berlino apre un sito per spiegare come accoppiarsi con le europee: “Lo stupro è vietato”», che definisce il progetto «una pagina web sull’accoppiamento interrazziale».
Eppure, navigando nelle varie sezioni che compongono Zanzu, non troviamo nulla del genere.
Infine c’è la sezione sulla sessualità, complessa e sfaccettata come e più delle precedenti analizza il tema da molte angolazioni: dalla perdita della verginità alle varie tipologie di sesso, dalla masturbazione al piacere sessuale.
Su una cosa – una sola – il Giornale e Libero hanno ragione: nel definire Zanzu un manuale. Si tratta infatti proprio di questo: un manuale online ampio e complesso, che deve essere considerato nella sua interezza. Metterne in evidenza solo le parti che servono a dimostrare una certa tesi equivale a disinformare e strumentalizzare i contenuti del progetto stesso.
2) Proprio, in “Tipologie di sesso”, secondo il Giornale e Libero, il vero obiettivo si rivela: «utilizzando solo immagini che ritraggono scene di sesso tra neri e bianche, vengono illustrati agli immigrati (e non ai tedeschi) i termini ai quali si devono attenere per avere dei rapporti sessuali con delle persone europee».
Siamo sicuri che si tratti dello stesso sito? Perché in questa come nelle altre sezioni di Zanzu troviamo coppie di ogni tipo, esattamente come quelle qui a fianco. C’è, sì, il disegno di un uomo nero e di una donna bianca così come quello del caso contrario, di coppie bianche e nere, etero e omosessuali.
In una società multietnica, anche i rapporti sessuali e affettivi lo sono; non esiste quindi motivo per cui dovrebbero essere rappresentati diversamente.
3) A turbare il Giornale, oltre al disegno di cui abbiamo scritto poco sopra, altri elementi: «non mancano disegni espliciti, tra cui quello di un uomo scuro (e nudo) che abbraccia una donna bianca senza veli mentre entrambi sono distesi a letto. Il sito è disponibile in dodici lingue, tra cui il turco e l’arabo».
È vero, il linguaggio usato, anche a livello visivo, è elementare e esplicito, comprensibile a tutti: quello che ci si aspetta da un progetto che promuove l’educazione sessuale e affettiva rivolgendosi a un pubblico di adulti eterogeneo, di cui fanno parte anche e non solo i migranti. Lo dimostra il fatto che – come nota lo stesso Giornale – il portale sia tradotto in dodici lingue; oltre al turco e all’arabo – le uniche citate nell’articolo – le altre dieci sono: tedesco, inglese, francese, russo, bulgaro, polacco, albanese, romeno, spagnolo e olandese.
4) I contenuti del sito (che risale al 2015) sono stati approvati da un consiglio internazionale di esperti nel campo della salute sessuale e riproduttiva, inclusi rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’obiettivo è quello di diffondere e promuovere una cultura della consapevolezza e del rispetto in ambito sessuale, riproduttivo e affettivo tra gli adulti di ogni categoria che si trovano temporaneamente o permanentemente in Germania.
Se però il web inizia a dipingere il sito come “guida al sesso con europee per migranti (neri)“, c’è chi decide di rifarsi a esso, dimenticando le fonti ufficiali e riscrivendone lo scopo. Così sul Giornale Zanzu diventa il «tentativo di “educare” i nuovi arrivati alle abitudini sessuali dell’Occidente».
5) È interessante constatare che il sito faccia riferimento esplicito ai migranti esclusivamente nella sezione “For professionals”, dedicata a medici e a operatori che devono comunicare con persone che parlano un altro idioma. La sezione spiega attraverso un video come avvalersi del portale per potersi confrontare con coloro che si trovano da poco in Germania, fornendo consigli tecnici, dunque, sul suo utilizzo come strumento di comunicazione.
Stereotipi e hate speech
Non è difficile capire, tuttavia, perché Zanzu sia stato trasformato in qualcosa che non è: lo stereotipo dell’uomo nero sessualmente aggressivo e dominante è radicato e si fa strada facilmente nella mente di chi legge, catturandone l’attenzione. Se lo si applica all’arrivo di rifugiati e migranti funziona ancora meglio.
Le conseguenze della diffusione irresponsabile di informazioni sbagliate sono, però, reali. Chiudiamo quindi, con alcuni dei tanti commenti scaturiti da questo tipo di disinformazione, qui a fianco: solo pochi tra i molti discorsi d’odio basati su genere, orientamento sessuale, religione e razza che rispondono al sopracitato articolo del Giornale.