BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Blog sequestrabili, non grido allo scandalo

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La Corte di Cassazione, V sezione penale, ha chiarito nella sentenza n. 12536/2016, che un blog può essere sottoposto a sequestro (oscurato) anche se colui che ne cura e pubblica i contenuti è un giornalista iscritto all’Ordine. Tuttavia, con la stessa convinzione per cui continuerò a battermi contro il carcere per diffamazione o le querele temerarie, non intendo in questo caso gridare allo scandalo. Che sentenze come questa possano apparire come una forma indebita di censura, magari anche con qualche fondamento, è più che probabile, ma io non sono tra quelli che vorrebbero esentare quanto viene pubblicato su internet da qualsiasi controllo legale o giudiziario. E se un blog non può considerarsi una testata telematica, per cui, come spiega la sentenza, “non risulta registrato come organo di stampa, non presenta alcuna testata o una periodicità regolare nelle emissioni”, non è soggetto insomma ai limiti e alle procedure previste dalle leggi sulla stampa, è giusto che sia indicato  un modo perché possa rispondere di quanto è stato pubblicato in violazione di un diritto. Purtroppo i consigli dell’Ordine non sembrano dare sufficienti garanzie al riguardo. Poiché sono anch’io un giornalista blogger, mi piacerebbe tanto una normativa che consentisse di intervenire in modo meno drastico. Comunque, la Corte di Cassazione non ha accolto il ricorso contro il sequestro (in pratica l’oscuramento) del blog per difetto di forma e cioè perché il ricorrente non avrebbe neppure preso in considerazione l’assenza dei requisiti che lo differenziano da una testata giornalistica online.


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