BRUXELLES – Sarebbero almeno cinque i componenti del commando jihadista responsabile degli attentati di martedì a Bruxelles, costati la vota ad almeno 31 persone: al momento sono stati identificate con sicurezza solo le tre persone che sono riuscite a far esplodere gli ordigni, mentre altri due sospetti sono latitanti.
I tre kamikaze sono stati identificati come i fratelli Khalid e Ibrahim el Bakraoui, già noti alla polizia belga e considerati complici di Salah Abdeslam, il superstite delle stragi di Parigi arrestato la settimana scorsa a Bruxelles, e Najim Laachraoui, considerato l’artificiere degli attentati parigini. Khalid e Ibrahim sono stati i responsabili rispettivamente degli attentati all’aeroporto e alla stazione della metropolitana; Laachraoui è stato indicato come il secondo kamikaze di Zaventem mentre il terzo uomo presente nello scalo, anch’egli non identificato, è attualmente latitante; le telecamere di sorveglianza avrebbero inoltre individuato un quinto sospetto, che avrebbe accompagnato Ibrahim el Bakraoui nella metropolitana, la cui sorte tuttavia è incerta.
Secondo quanto reso noto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, proprio Ibrahim al Bakraoui sarebbe stato arrestato ed espulso l’anno scorso dalle autorità turche: “Uno di coloro che hanno partecipato agli attacchi di Bruxelles era stato arrestato nel giugno del 2015 a Gaziantep, ed espulso il 14 luglio, dopo aver informato l’ambasciata belga” ha spiegato Erdogan in conferenza stampa precisando che le autorità di Bruxelles non avevano confermato i legami dell’uomo con i jihadisti “malgrado i nostri avvertimenti”.
Secondo Erdogan anche le autorità olandesi sarebbero corresponsabili nella vicenda del momento che l’uomo, su sua richiesta, era stato inizialmente espulso verso l’Olanda; il Presidente turco non ha però precisato in che modo El Bakraoui sia stato poi consegnato alla polizia belga, che successivamente lo avrebbe rilasciato per mancanza di prove su un suo legame con i jihadisti come confermato anche dalel autorità di Bruxelles, per le quali l’uomo era solo “un criminale comune”.Grazie alle indicazioni del tassista che aveva trasportato il commando all’aeroporto, è stata effettuata la perquisizione nell’abitazione in cui risiedevano i sospetti, e nella quale sono stati ritrovati 15 chili di esplosivo di tipo Tatp, 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori e una valigia piena di chiodi e viti.
Il testamento scoperto di Ibrahim al Barkawi
Ibrahim al Barkawi ha inoltre lasciato sul suo pc un “testamento” scoperto dalla polizia in un cassonetto in cui era stato gettato il portatile, e nel quale l’uomo ammetteva di “non sapere che cosa fare”, di sentirsi braccato e che se avesse aspettato oltre avrebbe rischiato di “far compagnia in una cella” a Salah Abdeslam; il documento non conterrebbe alcun riferimento allo Stato Islamico.Secondo il quotidiano belga la Derniere Heure, che cita fonti della polizia belga, i fratelli El Bakraoui avrebbero avuto intenzione di colpire una centrale nucleare del Belgio, ma l’arresto di Salah Abdeslam e del suo complice Choukri a Molenbeek, avrebbe fatto accelerare i piani della cellula terroristica, che ha dovuto abbandonare l’obbiettivo principale: “Ora sappiamo dove volevano arrivare. La situazione è precipitata e si sono sentiti sotto pressione – ha rivelato una fonte della polizia – hanno dovuto optare per l’obiettivo più facile”.
Prima udienza per Salah Abdeslam
E’ intanto prevista alle 9 ora italiana la prima udienza in tribunale per Salah Abdeslam, unico superstite del commando jihadista delle stragi di Parigi, arrestato a Bruxelles la settimana scorsa: il tribunale dovrà decidere se convalidarne il fermo e valutare la validità del mandato di arresto europeo, che potrebbe facilitare l’estradizione dell’uomo verso la Francia; secondo i legali della difesa al momento Salah non avrebbe collaborato in alcun modo con gli inquirenti che indagano sugli attentati di Parigi e su quelli di martedì scorso a Bruxelles, avvenuti due giorni dopo la sua cattura.Per quel che riguarda le vittime, l’ultimo bilancio ufficiale, sebbene ancora provvisorio, parla di 31 morti e 150 feriti ancora ricoverati, tra cui 61 in terapia intensiva: ancora nessuna conferma ufficiale della presenza fra le vittime di una cittadina italiana.