Di Giorgia De Lucia
“L’8 marzo, in un giorno così significativo, ho deciso di abbassare le bandiere a Montecitorio in segno di lutto per tutte le donne vittime di femminicidio. Per le donne che continuano a essere uccise per mano di chi dovrebbe amarle ma anche per i loro figli, ragazze e ragazzi che sono stati spesso testimoni dell’uccisione delle loro madri per mano dei loro padri. Trovo che sia importante un segno di attenzione e cura da parte delle istituzioni nei confronti delle vittime e delle loro famiglie che difficilmente riusciranno a dimenticare certe tragedie”. Si è pronunciata così la Presidente della Camera Laura Boldrini a margine della proiezione del film “Suffragette” a Montecitorio, arrivato il 3 marzo nelle sale italiane. Scritto da Abi Morgan e diretto da Sarah Gavron, il lungometraggio racconta della vita delle attiviste, del loro operato ed in particolare di come si sono battute per la concessione del voto alle donne. Importante, significativa la decisione di Laura Boldrini nel quadro di tante iniziative che si svolgono in tutta Italia per questa “Giornata internazionale della donna” che richiama le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, le violenze cui sono state e lo sono ancora, in tutto il mondo.
Camera deserta. Si discutono mozioni sulle pari opportunità. Settanta anni fa il voto alle donne.
Ma, la stessa Camera non ha certo dato buona immagine di sé. Si discutevano le mozioni sul voto alle donne, sulle pari opportunità. In Aula, segnala l’Agenzia Dire, solo 11 parlamentari, tre uomini e 8 donne.”Settanta anni fa, alle amministrative del 1946- ricorda la Dire le donne italiane esercitavano per la prima volta il diritto di voto. Poche settimane dopo, alle politiche del 2 giugno, eleggevano ventuno ‘Madri’ Costituenti, grazie alle quali il punto di vista delle donne entrava anche nella Carta costituente. Settant’anni dopo i gruppi politici presentano mozioni, al voto domani, che dovrebbero ricordare e rinnovare quell’impegno. Ma la partecipazione dei deputati e delle deputate alla discussione non è di quelle che si faranno ricordare. Memorabile- prosegue la Dire- è semmai il vuoto dell’aula, anche tra le donne”. L’agenzia poi parla di un intervento molto duro di Roberta Agostini( Pd ). “Il voto alle donne non fu concesso- sottolinea- ma fu una conquista tutt’ora sottovalutata e non adeguatamente riconosciuta. Quanta strada ancora le donne devono fare per una piena affermazione nella vita pubblica e privata?” Sempre la Dire sottolinea che “anche il governo non sembra attribuire importanza all’appuntamento. Il sottosegretario alla giustizia Cosimo Maria Ferri, è solo nei banchi riservati all’esecutivo.” Una curiosita’: gli ospiti in tribuna ad assistere ‘ai lavori’ parlamentari erano tre volte più numerosi dei deputati e delle deputate in aula. Per la precisione 33 persone, 26 ragazze e 7 uomini.
La prima manifestazione, 1909, negli Stati Uniti in ricordare di operaie morte nel rogo di una fabbrica
Torniamo all’8 Marzo. La prima manifestazione risale al 1909 negli Stati Uniti , in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922. È singolare il fatto che sulla origine di questa “giornata” non vi sia una unica versione. Una versione parla di centinaia di operaie morte nel rogo di una fabbrica di camicie, Cotton o Cottons a New York. Un’altra sempre di un incendio, sempre a New YorK, nella fabbrica triangle che provocò la morte di 146 lavoratori. Altre fonti richiamano lotte operaie in diverse città americane, fra cui Chicago, Boston, con scontri con la polizia. E la mimosa? Il fiore giallo fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, con i cambiamenti climatici già a metà febbraio si fa vedere. Per la prima volta compare nelle manifestazioni nel 1946 a guerra finita. L’idea delle mimose la si deve a donne della sinistra, democratiche che facevano parte dell’Udi (Unione donne italiane).
Camusso: verso la conquista della Carta dei diritti universali del Lavoro
Manifestazioni in tutta Italia. Le più importanti a Padova e a Napoli. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso afferma che si sta andando “verso la conquista della Carta dei Diritti Universali del Lavoro: meno discriminazioni e violenza, più conciliazione, welfare, pari opportunità”. L’assemblea di Padova, inizio alle ore 9.30, presso il Centro Culturale San Gaetano (via Altinate). Alle ore 13.30 seguirà nel Ballatoio del Centro culturale l’inaugurazione della mostra fotografica “Volti di donna, volti di lavoratrici”, a cura di Sonia Biasi e Antonio Zanonato, con la collaborazione della Cgil Veneto.
A Napoli: “Rompiamo le pareti di cristallo! Superiamo le discriminazioni e le disuguaglianze per una società emancipata”. Questo lo slogan che caratterizza le iniziative promosse dalla Cgil Campania e Napoli, dove ,alle ore 16 in piazza Garibaldi, è in programma una manifestazione con al centro i problemi della della condizione femminile.
Tra le iniziative, c’è quella promossa dalla Cgil in Umbria dal titolo: “Diritti, parole, lavoro e musica”, in programma lunedì 7 marzo, dalle ore 15.30, al Centro Congressi Hotel Giò di Perugia (in via Ruggero d’Andreotto 19). L’iniziativa, organizzata dalla Camera del Lavoro di Perugia e dal coordinamento donne Spi Cgil in occasione della Giornata Internazionale della donna, sarà articolata in due momenti: prima la presentazione del libro “Tra vecchi legami e nuovi spazi”, una raccolta di testimonianze di lavoratrici umbre, che sarà anche un modo per ricordare Feliciano Cervelli, dirigente sindacale della Cgil e dello Spi recentemente scomparso, e curatore, assieme ad Oriana Casciani, del volume; e poi lo spettacolo dell’artista Vittorio Viviani, che si esibirà accompagnato dal pianista Andrea Bianchi. Alla manifestazione interverrà la segretaria nazionale della Cgil, Vera Lamonica.