Arrivano messaggi nuovi dalla campagna elettorale americana. Non serve essere miliardari per piacere agli elettori di destra; non serve essere giovani per essere innovatori a sinistra. Così, in Iowa il neo-bigotto Rubio ha scavalcato bum-bum Trump, ma ancora più strabiliante è il testa a testa tra i democratici, con il vecchio Sanders, che ha raggiunto la giovanile Clinton, pur dichiarandosi “socialista”.
Tutto il contrario di quanto avviene in Italia. Dove il ricco Berlusconi ancora fa pesare i suoi soldi (e le sue televisioni) per condizionare la destra. E il giovanile Renzi fa l’ambidestro ad oltranza, per convincere i vecchi elettori del PCI e della DC, che carisma e concentrazione di potere sono il nuovo.
Questo diverso modo di vivere la politica dipende molto dalla differenza di partecipazione degli elettori. Negli USA, il partito è un soggetto molto leggero, mentre la base si mobilita con passione durante le campagne elettorali, riunendosi nei caucus per ascoltare, discutere, confrontarsi e scegliere. Una democrazia sostenuta dal basso, gelosa della propria sovranità. L’esatto opposto di quanto vediamo in Italia. Con partiti-apparati che infiltrano nelle istituzioni fedeltà a scapito del merito, scoraggiando partecipazione attiva e rappresentanza, anche con un sistema elettorale (Italicum) che allontana sempre più eletti ed elettori.
Per ribadire un solo concetto: la politica è cosa nostra.
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