Sinistra italiana-Sel durissima. Famiglie arcobaleno in sciopero del voto
Di Pino Salerno
Francamente non abbiamo capito. Si è riunito il gruppo al Senato del Pd con Matteo Renzi, gruppo al quale fin dal suo discorso all’assemblea il segretario aveva lasciato l’ultima decisione in materia di unioni civili e di ddl Cirinnà. Si scopre che al gruppo dei senatori Pd è stato annunciato un maxiemendamento scritto dal governo, sul quale sarà messa probabilmente la questione di fiducia. Il maxiemendamento dovrebbe interessare i due punti contestati sia dai cattolici integralisti del Pd che dai partner di governo. Appare dunque quanto meno singolare, paradossale e surreale quanto accaduto nel gruppo Pd del Senato, coi senatori costretti a ingoiare un testo che non c’è, un voto di fiducia su un testo che non c’è, e infine un dibattito politico inesistente su un voto di fiducia sul testo che non c’è. Non c’è che dire, un risultato straordinario. Né si sa quando esattamente si voterà la fiducia sul ddl Cirinnà, se giovedì oppure martedì primo marzo. Intanto, com’è ovvio, Alfano, Binetti, Formigoni e simili non solo cantano vittoria, ma impongono anche i ritmi del dibattito parlamentare, fino a spingersi a dettare alle agenzie un profluvio di note e dichiarazioni sul “testo dell’emendamento ancora da leggere”. Cos’abbiano da temere non è ancora chiaro, ma come avrebbe detto Frenceschiello, re di Napoli, l’importante “è fare l’ammuina”.
La minoranza del Pd sul piede di guerra (fino alla fiducia?): Gotor e Fornaro
Sul piede di guerra la minoranza di sinistra del Pd, che almeno un ragionamento politico riesce pure a farlo. Miguel Gotor, senatore vicino a Bersani, afferma: “Renzi ha scelto di consegnarsi mani e piedi a Ncd ed è un errore. La decisione del presidente Grasso che ha giudicato inammissibili tutti i ‘canguri’ e la chiara presa di posizione del M5S sono lì a dimostrare che un’altra strada era percorribile: quella del Parlamento che avrebbe potuto portare all’approvazione del ddl, adozioni comprese”. Miguel Gotor conclude spiegando come ora “per noi sia determinante che il maxiemendamento non ostacoli l’attività della magistratura in merito alle adozioni”. Ecco un altro problema di non poco conto: l’impatto che avrà il testo del maxiemendamento, che ancora non c’è, sulle decisioni dei tribunali. Un altro senatore della minoranza del Pd, Federico Fornaro, al termine dell’assemblea dei senatori sostiene: “Chiediamo di poter avere contezza del testo del maxiemendamento del governo sulle unioni civili prima e non dopo la sua presentazione. Credo sia interesse di tutti arrivare a un testo condiviso: è interesse di tutti non sbagliare un punto o una virgola, perché si tratta della vita dei bambini”. Ammette che la riunione è stata surreale, pertanto. Poi conclude: “Se l’emendamento toglie l’articolo 5 e si limita a recepire gli emendamenti Lumia, sui quali c’era già un consenso, va bene. Ma non vengano toccate anche altre parti. Non ci siano interventi correttivi dell’articolo 3: rischierebbero di far fare passi indietro sulla via già individuata dalla giurisprudenza e sarebbero – avverte – un compromesso al ribasso sulla pelle di molte persone”. I correttivi pericolosi all’articolo 3 del ddl Cirinnà riguardano, non a caso, le norme sull’equiparazione delle unioni civili al matrimonio.
La cautela di Sergio Lo Giudice, portavoce di Retedem, e padre omogenitoriale di un bimbo adottato
Un terzo senatore, Sergio Lo Giudice, che vive un’esperienza di fatto con un compagno e che ha adottato un figlio commenta così l’assemblea dei senatori Pd: “L’assemblea di oggi ha preso atto che il voltafaccia del M5S rende più difficile la via parlamentare, ma l’alternativa ad oggi non è chiara”. Sergio Lo Giudice, portavoce di ReteDem, prosegue: “Un’assunzione di responsabilità da parte del governo può aiutare l’iter della legge, ma in assenza del testo dell’emendamento non è dato sapere a quale prezzo. Ho chiesto a Renzi di usare la determinazione di cui si è mostrato capace in altre occasioni per mettere la fiducia sull’intero testo Cirinnà, conservando quelle minime protezioni giuridiche previste per i bambini che vivono con due genitori dello stesso sesso. Le corti italiane stanno già riconoscendo l’adozione del configlio in famiglie omogenitoriali: la politica mandi a quei giudici un segnale chiaro di sostegno al difficile lavoro di riconoscimento dei diritti di quei bambini”. Insomma, anche Sergio Lo Giudice vorrebbe prevenire pasticci giuridici.
I senatori cerchiobottisti Pd, da Anna Finocchiaro a Vannino Chiti
Curiosa e cerchiobottista appare invece la posizione di Anna Finocchiaro, presidente della Commissione affari costituzionali del Senato che scrive in una nota: “Resto convinta che rinunciare alla stepchild voglia dire colpire quel diritto alla continuità affettiva dei minori che dovrebbe essere l’unico tema che dovremmo considerare. Ma proprio perché questa discussione è stata figlia di strumentalismi, di cinismo, di voltafaccia di forze politiche che fino a pochi minuti prima garantivano di preoccuparsi del merito, è giusto praticare il principio di precauzione: portiamo a casa una legge a patto che non ci sia nessun gioco al ribasso”. Finocchiaro ha concluso: “Non possiamo correre il rischio di un arretramento rispetto alla situazione attuale”. Dunque, la stepchild adoption è importante per i diritti dei minori, per la loro continuità affettiva, ma poiché non si riesce a disincagliare il dibattito interno ed esterno al Pd, se ne può fare a meno. Altre dichiarazioni di senatori ed esponenti del Pd sono dello stesso tenore, e manifestano le medesime ambiguità e paradossi. Sarebbe stato meglio starsene zitti. Spiace constatarlo ma anche Vannino Chiti, di solito ispirato da buon senso e razionalità politica, si è lasciato convincere da questa posizione paradossale: “È urgente approvare una legge che dia diritti e pari opportunità alle coppie di fatto, gay e etero. Siamo in ritardo di anni, ci è richiesto non solo da alcune sentenze e dal comune sentire della nostra società, ma anche dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione. Al punto in cui è giunto il dibattito politico in Senato, l’iniziativa del governo è giusta e inevitabile, se si vuole portare a casa il risultato senza correre il rischio di trappole e imboscate che potrebbero snaturare o rendere incoerente la legge”. Vannino Chiti conclude: “Resta da affrontare, attraverso un confronto con la società e con una proposta di legge in questa stessa legislatura, il problema della riforma complessiva delle adozioni”, rinviando dunque ad altre occasioni un dibattito sulle adozioni, senza tenere in minimo conto i rilievi posti da Lo Giudice e Fornaro sui tribunali che già stanno decidendo.
L’amarezza, la delusione e la rabbia del gruppo di Sinistra Italiana-Sel, che incontra le famiglie arcobaleno
Provocato dalla stessa Monica Cirinnà, che in assemblea del gruppo Pd aveva promesso che l’avrebbe convinto a votare la fiducia (su un testo che ancora non c’era), il gruppo dirigente di Sinistra Italiana-Sel si fa sentire forte e chiaro, esprimendo amarezza e rabbia per la conclusione di una vicenda legislativa che avrebbe dovuto condurre a ben altri risultati. In una nota, Sinistra italiana scrive: “Assieme all’onorevole Nicola Fratoianni e ad altri senatori di Sel e di Sinistra Italiana, abbiamo incontrato i rappresentanti di tutte le associazioni del movimento LGBTQ, comprese le famiglie arcobaleno, e ci siamo trovati del tutto concordi nella decisione di contrastare sino all’ultimo l’idea sciagurata di mettere la fiducia sul ddl Cirinnà blindando così un accordo al ribasso con Alfano”. Loredana De Petris, capogruppo Sel al Senato dice: “Siamo convinti che permettere al Senato di votare emendamento per emendamento la legge porterebbe alla definizione di un testo migliore, tale da battere davvero le odiose discriminazioni che invece, con lo stralcio del’art. 5 sulle adozioni, resterebbero. Ciò è tanto più vero alla luce delle ultime comunicazioni del presidente Grasso sulla non ammissibilità degli emendamenti premissivi, che rende inutile e pretestuoso il ricorso alla fiducia”.
Massimo Cervellini (Sel-Sinistra italiana): “non voteremo un governo Renzi-Giovanardi-Formigoni”
Se si vuole, ancora più duro e amaro è il commento di Massimo Cervellini, senatore di Sinistra italiana-Sel: “L’ennesima fiducia da parte di questo Governo, per di più su una questione sensibile che riguarda i diritti di tante persone, è una scelta priva di senso, soprattutto dopo la mancata ammissione, annunciata dal presidente Grasso, dei cosiddetti ‘canguri’ (gli emendamenti premissivi del Pd, della Lega e di FI). Ci siamo opposti fino all’ultimo, d’accordo con le famiglie arcobaleno e le associazioni lgbtq, che abbiamo incontrato questa mattina, alla decisione del Pd di cementare definitivamente l’accordo al ribasso con Alfano”. Cervellini prosegue: “Dietro questo accordo (che toglie la stepchild adoption e chissà che cos’altro) ci sono esponenti come Formigoni e Giovanardi, che troppe volte si sono ritenuti depositari del diritto di escludere tante cittadine e tanti cittadini dalla sfera dei diritti di cittadinanza, di cui i diritti civili sono parte integrante. Troppe volte, anche in Aula del Senato, si sono lasciati andare ad affermazioni offensive e discriminatorie. Anche per questo – e nella assoluta consapevolezza che su questa legge saremmo potuti arrivare all’approvazione dell’intero testo così come presentato in Senato – alla richiesta della senatrice Cirinnà di votare la fiducia al Governo Renzi-Giovanardi-Formigoni, rispondiamo con un no, forte e chiaro”.
Le famiglie arcobaleno, deluse, pronte allo sciopero del voto amministrativo
“Siamo pronti a fare proteste molto forti, anche lo sciopero elettorale”: Famiglie Arcobaleno, associazione delle famiglie omogenitoriali, di fronte agli ultimi sviluppi sulle unioni civili minaccia di non andare a votare alle prossime elezioni amministrative. “Se passerà il maxiemendamento senza la stepchild adoption – dicono – alle amministrative proporremo al movimento lgbt e tutte le persone sensibili di non andare a votare o di andare e non mettere la scheda nell’urna, dichiarando che si tratta di una protesta per i diritti civili”. “Noi crediamo che bisogna tentare fino all’ultimo la via parlamentare. Sel e M5S dicono che vogliono andare avanti sulla stepchild adoption. Il ddl va discusso in Parlamento” dicono. Quanto alle parole di Gandolfini (Family Day) sul numero esiguo di famiglie omogenitoriali, ribattono che “le registrazioni ufficiali non sono rappresentative dell’universo, perché molte famiglie gay non dichiarano la loro condizione, come ha spiegato lo stesso Istat”.