Da una parte, approvare una legge per riconoscere diritti delle coppie gay; dall’altra, far emergere le spaccature nel PD create dai catto-dem: davanti a questo bivio, il M5S non ha resistito e ha scelto la seconda soluzione, rifiutando di votare con l’ammazza-emendamenti (il “canguro”) il ddl Cirinnà. Noi siamo pronti a votarlo – hanno detto – ma solo emendamento per emendamento. Cioè, mai.
Intendiamoci, tutto legittimo, ma in un attimo il nuovo che avanza è diventato vecchia politica, fatta di riposizionamenti di palazzo, giocati sulla pelle di chi sta fuori dal palazzo. Come le coppie arcobaleno, che aspettano da decenni di vedere riconoscere la dignità del loro legame affettivo. Uno spettacolo penoso. Come quello del PD sull’altro versante, che ha tentato di nascondere le proprie spaccature, dando la colpa non ai “bagnaschiani” che ha al proprio interno, ma al “tradimento” dei grillini.
Una politica così, non si può stimare.
Tutti che puntano a incassare la rendita d’immagine. Poca, maledetta e subito, senza orizzonti ideali. Tutti che pensano che con le furbate d’aula, si conquistano voti. Magari lisciando l’omofobia subliminale di molti sedicenti progressisti, ben nascosta sotto una bandiera arcobaleno d’ordinanza. Tutti a dire che la colpa è dell’altro. Proprio come facciamo anche noi cittadini, quando diciamo che la colpa è “loro”, dei politici. E poi, rivotiamo sempre lo stesso partito.
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