Il silenzio sembra essere l’obiettivo. Continuare le operazioni militari nel Kurdistan turco senza che in Occidente se ne parli. È notizia di ieri la decisione di posticipare la missione internazionale della Commissione Affari Esteri della Camera prevista ad Ankara il 22 febbraio. C’è una spiegazione ufficiale: il governo turco in quei giorni sarebbe stato impegnato nei colloqui a Monaco sulla situazione in Siria. Nulla di strano per la delegazione di Sel. Finché non è apparso il retroscena raccontato da Alberto Negri, giornalista del Sole24ore, esperto di politica estera, in un post sulla sua pagina Facebook intitolato “L’intemperante”. “Corollario Turchia. Oltre alla versione ufficiale – scrive – preoccupava la presenza definita ‘intemperante’ di Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra e Libertà: intemperante perché ha sempre civilmente esposto i fatti gravissimi che accadono nel Kurdistan turco ai danni dei curdi. Ma noi all’intemperante Erdogan cosa abbiamo da dire?”.
Palazzotto proprio il giorno precedente aveva incontrato a Roma l’ambasciatore turco, Aydin Adnan Sezgin, per protestare contro quello che sta succedendo a Cizre, città a maggioranza curda nel sud-est della Turchia, ai confini della Siria, sottoposta a coprifuoco dal governo turco; in città in cui in 60 giorni di repressione militare sarebbero morti oltre 100 civili. “Ho chiesto un incontro urgente e sono subito stato ricevuto – racconta Palazzotto – Ho fatto presente che, secondo le informazioni in nostro possesso, a Cizre si stanno consumando violazioni sistematiche dei diritti umani: l’uso di armi da guerra in pieno centro abitato, l’impossibilità di soccorrere i feriti perché le ambulanze vengono bloccate dai carri armati, le centinaia di civili coinvolti nel confitto, le voci di esecuzioni sommarie”.
Il parlamentare durante l’incontro ha chiesto all’ambasciatore di far presente al governo turco la richiesta di Sinistra e Libertà di interrompere immediatamente le operazioni militari per consentire almeno il soccorso dei feriti, molti dei quali morti dissanguati durante i giorni di assedio. “Alla domanda su chi mi avesse fornito quelle informazioni, ho risposto di aver assistito personalmente alle operazioni militari a Cizre – continua il deputato – di aver visto con i miei occhi il 30 ottobre, la sera prima del voto, gli elicotteri militari sparare sulle abitazioni dei civili”. Testimonia le immagini registrate nei giorni prima delle elezioni insieme alle delegazioni internazionali arrivate nel sud-est per controllare la correttezza del voto, gli stessi giorni in cui con Ivan Grozny ci trovavamo a Diyarbakir e a Silvan, dove abbiamo girato parte del materiale poi confluito nel reportage in onda su RaiUno
“Non si tratta più del conflitto contro il gruppo armato del Pkk, ma contro un’intera popolazione coinvolta negli scontri. Ci sono testimonianze e foto di bambini uccisi dall’esercito”, denuncia Palazzotto, che ora chiede al governo Renzi di prendere una posizione ufficiale su questa vicenda nei confronti di un paese a cui l’Italia, insieme all’Europa, sta dando oltre 3 miliardi di euro per la gestione dell’emergenza profughi. “I fatti di cui parlo sono attestati da associazioni come Amnesty International, Human Right Watch e dallo stesso rapporto redatto dalla Commissione Europea sulla situazione dei diritti umani in Turchia e sulla violenza verso la popolazione curda”, dice Palazzotto. Non si capisce come mai situazioni che emergono in atti ufficiali della stessa Unione Europea, dette da me possano invece disturbare gli incontri diplomatici. Il governo deve prendere una posizione chiara, non siamo disposti a sopportare ulteriori silenzi”.