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Sit in di solidarietà per Paolo Tripaldi, Articolo 21 ci sarà

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Giovedì mattina, alle 12, Associazione Stampa Romana e Sindacato Cronisti Romani hanno organizzato un sit in davanti alla sede dell’Agi, a Roma, per esprimere solidarietà al collega Paolo Tripaldi e protestare contro la decisione dell’azienda di chiudere il rapporto di collaborazione con il cronista che per anni ha seguito per l’agenzia la cronaca nera e la cronaca giudiziaria.

Qualche collega mi dice: perché scendete in piazza per Paolo Tripaldi? Cos’ha lui di diverso, di meglio rispetto ai collaboratori che ogni giorno lottano per il rinnovo della collaborazione o perché il pezzo che hanno scritto o filmato venga pubblicato (anche per essere pagati, per sopravvivere)?

Non è così scontata la risposta. Come Paolo nelle stesse condizioni di Paolo, lavorano e vivono migliaia di colleghi autonomi e parasubordinati, anche qui a Roma, e questi rappresentano la maggioranza della categoria. E tutti si muovono in condizioni fragili e scivolose di lavoro. Agganciati alla retribuzione quando c’è, tenacemente agganciati a qualche diritto laddove spunta nei contratti o nelle lettere di incarico. Il punto per il quale chiediamo ai colleghi di mobilitarsi ed essere presenti al sit in per Paolo è il diritto a rivendicare migliori condizioni generali di lavoro. I dipendenti possono far valere in giudizio, nonostante la legislazione sia meno garantista, differenze retributive e di qualifica senza perdere il diritto al posto di lavoro.
Gli autonomi, se passa lo schema Tripaldi, non possono farlo. C’è uno squilibrio profondo e insopportabile per chi reclama un diritto. Sa che se lo fa perde il poco che ha.

Le aziende hanno così gioco facile e dal loro punto di vista legittimo. Tu collaboratore hai messo in discussione la sacralità della politica aziendale anche se è indubbio che io mi sia servito del tuo lavoro, quindi sei fuori. In un altro contesto Paolo Tripaldi avrebbe beneficiato della scomparsa dei cococo rivendicati dal governo Renzi. Solo che la fine dei cococo non si applica per gli ordinisti come noi, ai giornalisti. In un altro contesto anni di cococo gli avrebbero fatto maturare oltreché crediti sul campo anche diritti esigibili dalla propria azienda. In questo contesto sentiamo l’obbligo di stargli al fianco e di dirgli che TU SEI un nostro compagno di viaggio.

 

Questa è la nota per Paolo Tripaldi, di Stampa romana e dei cronisti romani:

Un sit in di solidarietà, un sit in di protesta, un sit in di denuncia giovedì mattina alle 12 davanti alla sede dell’Agi, in via Ostiense 72.
La solidarietà è per il cronista Paolo Tripaldi che per anni ha seguito quotidianamente la cronaca nera e la cronaca giudiziaria per l’Agenzia Agi, e che ha fatto valere i suoi diritti per il riconoscimento di un rapporto subordinato davanti al giudice del lavoro. La prima sentenza (i processi sono lunghi) ha dato ragione all’azienda, che dopo pochi giorni ha interrotto il rapporto di lavoro, motivandolo proprio con la causa intentata dal collega.

La protesta è nei confronti dell’Agi, per una decisione che va a colpire  il diritto dei lavoratori di far valere le proprie ragioni in giudizio. È la stessa agenzia infatti a far riferimento alla causa nella lettera con cui chiude il rapporto di collaborazione.
La denuncia è contro una situazione che è collettiva dove i contratti co.co.co., che il presidente del Consiglio ha promesso di cancellare, consentono lo sfruttamento dei giornalisti e creano equivoci sulle mansioni realmente svolte.
L’Associazione Stampa Romana e il Sindacato Cronisti Romani giovedì saranno in piazza, per testimoniare la difesa dei diritti più elementari dei giornalisti, perché la difesa di Paolo è la difesa di tutti.

L’Associazione Stampa Romana

Il Sindacato Cronisti Romani


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