Ahmed aveva pochi giorni. Era nato prematuro ed era in un’incubatrice del reparto di neonatologia dell’ospedale pediatrico di Azaz, in Siria, uno dei cinque colpiti dai bombardamenti russi che lunedì scorso, solo in questa struttura, hanno provocato 14 morti, tra cui Ahmed e altri due bambini.
Un servizio di Sky News ci ha mostrato in tutta la sua drammaticità gli attimi successivi all’impatto delle bombe: nel filmato si sente un allarme incessante che suona a volume altissimo mentre nelle incubatrici i neonati piangono disperati. Nessuno si occupa di loro, infermieri, medici e pazienti sono nel panico. Si cerca di portare aiuto a chi è ferito, riverso a terra tra i detriti.
Scene da una guerra che non conosce più limiti, che non dovrebbe nemmeno sfiorare ospedali e altri luoghi in cui viene prestata assistenza e fornito aiuto ai civili. Come quelli di Medici senza frontiere, presi di mira per la quinta volta.
Il 15 febbraio un ospedale dell’organizzazione non governativa è stato distrutto da un attacco aereo. Il 5°, appunto, in Siria nel 2016. Sono morte almeno 14 persone e il bilancio è destinato a salire, molti feriti sono in condizioni disperate. Msf, che nel Paese supporta 150 strutture, ha denunciato che 40.000 persone sono rimaste senza alcuna assistenza medica in una delle zone di conflitto più colpite dai raid aerei.
Alla fine il bilancio di morte nella sola giornata di lunedì, con 5 ospedali e due scuole bombardati, è stato di 60 vittime, tra cui 10 bambini e una donna incinta, e decine di feriti. Nell’annunciarlo Farhan Haq, viceportavoce del Segretario generale dell’Onu, ha rilevato come nel paese si sia raggiunto ormai un livello inaccettabile di mancanza di rispetto delle più elementari regole del diritto umanitario.
Gli attacchi avvenuti nella zona tra Aleppo ed Iblib, sono una indiscutibile violazione degli accordi internazionali. Attacchi che mettono in ombra le promesse fatte dalle parti in conflitto nel corso della conferenza di pace a Ginevra della scorsa settimana. Le tiepide speranze dopo l’annuncio di un cessate il fuoco, con la garanzia dello stop ai massacri di adulti e bambini indifesi, sono dunque state infrante nel modo più tragico: dalle bombe che in Siria non si fermano neanche davanti a civili innocenti.