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Siria a controllo russo. Migliaia di profughi verso la Turchia

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ROMA – Mentre continuano a salire le vittime della strage di Damasco provocate da un’autoboma e due kamikaze, la situazione diplomatica in Siria è in stallo.

Ieri il segretario di stato americano John Kerry vede come unica soluzione per mettere fine alla crisi interna il rovesciamento del regime di Assad a differenza dei russi che puntano a preservare   l’integrita’ territoriale e dell’indipendenza della Siria”. “E’ un peccato che un Paese prospero e stabile si sia trasformato in un punto caldo”, ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev. ”Proprio per questo la Russia ha avviato un’azione per sopprimere il terrorismo in territorio siriano, e ha anche creato un centro di informazioni a Baghdad per il coordinamento delle forze dei Paesi, direttamente partecipanti alle azioni militari contro i gruppi terroristici”, ha spiegato Patrushev, secondo il quale un analogo meccanismo di coordinamento si sta formando in Giordania. E infine: “Del presidente siriano Bashar al Assad si possono avere diverse valutazioni, ma insistere sulla sua immediata uscita di scena non e’ solo miopia politica ma anche un aperta interferenza negli affari di uno Stato sovrano”, ha puntualizzato Patrushev.

Nel frattempo, proprio a causa dei cintinui raid russi,circa 1.600 profughi turcomanni e arabi – tra cui molte donne, bambini e anziani – hanno lasciato il campo di accoglienza di Yamadi, nel nord della Siria, per attraversare il confine con la Turchia durante lo scorso fine settimana. A darne notizia sono le autorità di Ankara, secondo cui la fuga di massa è stata causata dall’intensificarsi dei bombardamenti russi e dell’offensiva delle forze del regime di Bashar al Assad nella regione. I raid aerei avrebbero colpito un altro campo a circa 3 km a sud-est di quello di Yamadi.

Da dazebao


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