Dalle minacce, agli atti intimidatori fino alle aggressioni fisiche. La solidarietà verso i giornalisti a rischio deve essere considerata deontologia. il punto è come renderla concreta. E’ stato questo il nodo da sciogliere su cui si è discusso a Napoli nella sede del Sugc, il sindacato regionale della categoria. Iconograficamente il risultato e’ stato subito raggiunto. Un bel senso di compattezza vedere le istituzioni della città, il sindaco De Magistris e l’assessore alla cultura Daniele accanto alla Fnsi e all’Ordine dei giornalisti della Campania. Col presidente Giulietti,venuto apposta da Roma, Lucarelli, Silvestri, Borriello, Sandro Ruotolo, che vive da mesi blindato per le minacce ricevute dai casalesi e tanti di noi nella sala intitolata a Santo Della Volpe per accendere i riflettori e quindi determinare la scorta mediatica per Fabio Postiglione e Luciana Esposito, che hanno subito violenze fisiche e morali.Uno cronista del “Roma”,il quotidiano piu’ antico del Mezzogiorno,che ora sono gli stessi giornalisti, tra mille difficolta’ , ad editare, l’altra blogger in una periferia a rischio, Ponticelli.
Ovviamente non e’ un resoconto quello che voglio fare, la cornice e’ utile, pero’ ,per andare al cuore del problema e cercare di mettere a punto una strategia condivisa, per tutelare da un lato le persone che hanno il dovere di informare al centro del loro lavoro,ma dall’altro anche consentire ai cittadini di poter concretizzare il loro diritto di sapere che si realizza abbattendo ogni forma di censura,pure quella che nasce dalla violenza della criminalita’ organizzata o no. Due cose, a mio giudizio vanno esportate dall’incontro di Napoli: la prima e’ certamente l’evoluzione della “scorta mediatica” suggerita da Giulietti.
Gli organismi di categoria denunciano i casi,i colleghi, a cominciare da quelli del servizio pubblico a quelli dei grandi media nazionali,si sostituiscono ai giornalisti minacciati, andando sui luoghi dove i fatti all’origine di tutto si sono svolti.La seconda e’ l’alleanza istituzionale, proprio come al tavolo della sala Della Volpe.