A Milano ha vinto Sala. Né per le lanterne rosse, né per le bandiere rosse. Ma per il volere (e i voti) di quella massa politicamente apolide e renziana, che chiede meno ideali e più capitali. Alla quale ha risposto – con profonda sintonia – lo stesso Renzi, dalla scuola di politica per i giovani, dicendo che non bisogna essere schifiltosi con i voti, sennò si perde.
Insomma, il consenso è come il porco, non si butta nulla. E i giovani del casting PD – nel senso di aspiranti alla nuova casta – hanno applaudito compatti il richiamo al pragmatismo verdiniano, come una platea di CL. Se Sala fa vincere con i voti ambidestri morattiani e dell’Opus Dei, non fa niente. Se Cuffaro porta le sue truppe cannolate al PD siculo, va bene lo stesso, così come le migrazioni di intere giunte.
Il capo è netto: l’importante è vincere. A costo di inquinare le falde della sinistra con discariche tossiche di berlusconiani e alfaniani
Sala è solo l’inizio. Attendete e ne vedrete delle belle.
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