Di Pino Salerno
Quello in Iowa è da almeno 40 anni il primo e importante test per le candidature alle presidenziali americane, sia nel campo Democratico che in quello Repubblicano. È uno stato particolarmente delicato, perché, per quanto piccolo, rappresenta la cosiddetta “pancia dell’America”, ne contiene quasi tutte le sue contraddizioni. I Caucus, ovvero le particolari primarie dei due partitoni americani, in cui si eleggono i delegati ai Congressi estivi, sono dunque particolarmente significativi in Iowa. Si sono celebrati nella serata e nella notte americana, e i risultati sono giunti nella prima mattina di martedì, ora italiana. Non sono mancate le sorprese, nell’un campo e nell’altro.
La sintesi di quanto è accaduto nella notte americana
La sintesi dei Caucus dell’Iowa potrebbe essere la seguente: Hillary Clinton, che aveva già pronti due discorsi, uno per la vittoria e l’altro per la sconfitta, ha vissuto probabilmente la serata più difficile della sua lunga vita politica, perché il testa a testa col candidato socialdemocratico Bernie Sanders non si è mai fermato, al punto da richiedere il riconteggio dei voti. Nel campo repubblicano, invece, la vera sorpresa, con il candidato Ted Cruz, senatore del Texas, che ha letteralmente abbattuto Donald Trump, dato in vantaggio da tutti i sondaggi, e dispensatore di denaro a go go. Al terzo posto, il senatore della Florida, Marco Rubio, si afferma con un buon numero dei voti, e trasforma il testa a testa tra Cruz e Trump una corsa a tre. Qui, la grande sorpresa potrebbe essere il primo candidato di origini sudamericane (Rubio è addirittura un ex profugo cubano) a doversi misurare, il prossimo primo martedì di novembre, per la presidenza degli Stati Uniti.
I Caucus democratici: Clinton 49,9%, Sanders 49,6%
Torniamo al campo democratico. Il risultato ha un sapore storico: Hillary Clinton conquista il 49,9% dei consensi, mentre Sanders arriva al 49,6%. Pochissimi voti li dividono. E non hanno neppure il tempo per riprendersi da una note drammatica, che già incombono i Caucus del New Hampshire, organizzati per la serata del 9 febbraio. Hillary Clinton continuerà a rilanciarsi come la prima donna candidata alle presidenziali, mentre Sanders tornerà sulla sua rivoluzione contro “la classe dei miliardari”. L’andamento dei voti dice molto delle preferenze dei democratici americani. A metà dello spoglio, la distanza tra Hillary Clinton e Bernie Sanders era netta, quasi 5 punti di vantaggio, per effetto del voto dell’area rurale dell’Iowa. Col passare delle ore, e col sopraggiungere dei voti dalle aree urbane e cittadine, più rappresentative soprattutto del mondo giovanile, la differenza diventava sempre più esile, fino a raggiungere il sostanziale pareggio.
Quando i risultati erano abbastanza solidi per essere considerati definitivi, Hillary Clinton si è presentata dinanzi alla stampa nel suo Comitato elettorale di Des Moines, la capitale dell’Iowa, e si è congratulata con Sanders: “sono molto felice di essermi impegnata in questo dibattito col senatore Sanders sul miglior modo per far progredire la nostra battaglia per l’America”. Dal canto suo, Sanders ha detto ai suoi sostenitori: “mentre ancora il risultato non è definitivo, sembra che si tratti di un pareggio virtuale. La gente dell’Iowa ha mandato un messaggio profondo all’establishment politico, all’establishment economico, e, se mi permettete, anche all’establishment mediatico”. La verità è che Bernie Sanders è stato davvero sottovalutato, sia dai media che dal’establishment democratico di Washington, e la sua capacità di attrazione verso le nuove generazioni ha generato grande sorpresa, negli uni e negli altri. Non parliamo dei sondaggisti, che davano la Clinton in vantaggio di ben 32 punti su Sanders.
Le grandi sorprese tra i Repubblicani: vince Cruz, Trump secondo, terzo il cubano Rubio. Ultimo il rampollo dei Bush
Nel campo Repubblicano si sono registrate sorprese notevoli. I media si attendevano la notte favorevole a Jeb Bush, figlio e fratello di due presidenti. Bush ha ottenuto solo il 2,8% dei voti, finendo solo al sesto posto, dietro il neurochirurgo in pensione Ben Carson e il liberale Rand Paul. La notte Repubblicana è stata conquistata da Ted Cruz, che ha parlato di “vittoria dei conservatori coraggiosi in tutto lo Iowa e in tutta la nazione”. Ed ha minacciosamente aggiunto che “la candidatura repubblicana per il 2016 non sarà decisa dall’establishment di Washington”. Tuttavia, il vero sconfitto in Iowa è Donald Trump, che per settimane ha fatto parlare di sé, conquistando le prime pagine di tutti i media, con polemiche molto spesso artificiali e studiate a tavolino. Nel suo quartier generale in un albergo della capitale, si è rivolto ai suoi con queste parole: “siamo arrivati secondi e voglio dirvi con serietà che ne sono orgoglioso”. E naturalmente si è congratulato col vincitore, Ted Cruz. Il terzo arrivato, Marco Rubio, ha invece voluto sfogare tutta la sua rabbia, dopo aver superato la quota del 20% dei voti: “mi hanno detto di attendere il mio momento. Mi hanno detto che non avevo alcuna possibilità perché i miei capelli non sono abbastanza grigi e gli stivali troppo alti” (riferendosi alle sue origini cubane). Ed ha proseguito: “ma stasera, qui in Iowa, la gente di questo grande stato ha mandato un messaggio chiarissimo dopo sette anni di Barack Obama: non possiamo più attendere”.