Su famiglia e unioni civili il Papa non si immischia nella politica italiana. “Io non so come stanno le cose nel Parlamento: il Papa non si immischia nella politica italiana”. Jorge Bergoglio ha risposto così a una domanda riguardo alla legge sulle unioni civili. “Ho detto ai vescovi: il Papa è per tutti e non può mettersi in politica”, ha ricordato citando il suo primo discorso alla Conferenza episcopale italiana nel maggio 2013. Sono questi i principali argomenti affrontati da Papa Francesco con i giornalisti sul volo di ritorno dal suo viaggio a Cuba e in Messico.
Il sogno di Bergoglio resta quello di andare in Cina. E ancora in tema di politica estera, il Pontefice riserva una stoccata al candidato americano dei repubblicani Donald Trump: chi costruisce muri e non ponti non può considerarsi cristiano. E Trump, da New York, replica immediatamente: “Il Papa? Lo usano come una pedina, è vergognoso”.
Quale è la sua opinione sulle unioni gay al di là del Ddl in discussione in Senato?
“E’ vero. L’Italia non è il primo Paese che passa quest’esperienza e altri Stati hanno all’attenzione la questione delle unioni tra persone dello stesso sesso. Al riguardo io penso quello che la Chiesa ha sempre affermato e che ripete il Catechismo, come ho detto nel primo incontro con voi, durante il volo dal Brasile nel 2013”.
Ha ancora valore il Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede che dà indicazioni precise relativamente al comportamento che devono tenere i parlamentari cattolici, affermando che essi sono tenuti a non votare leggi contrarie alla Dottrina cattolica?
“Ciascun parlamentare deve votare secondo la propria coscienza ben formata. Ben formata non è la coscienza di quello che mi sembra meglio in quel momento. Ricordo che a Buenos Aires in una circostanza analoga uno disse: ‘La cosa è complicata ma alla fine il mio voto preferisco darlo a Kirchner e non a Bergoglio’. Ecco un esempio di coscienza non ben formata”.
Santità, Donald Trump dice che lei è un Papa politico, ma è solo una pedina. Lei che cosa risponde?
“Voler costruire muri e non fare ponti non è cristiano. Questo non è nel Vangelo”. Bergoglio ha risposto così, con ancora negli occhi le immagini delle sofferenze dei migranti ispanici presenti alla messa al confine tra Messico e Stati Uniti, celebrata dal Papa a pochi metri dalla rete che divide i due Stati, alla quale ha voluto avvicinarsi compiendo un gesto importante. Trump aveva proposto di sostituire quella rete costruendo al suo posto 2500 metri di un muro che risulti più invalicabile.
Un cattolico americano può votare per lui?
“Dei problemi elettorali io non m’immischio. Ma se ha detto così, e su questo gli do il beneficio del dubbio, allora non è cristiano. Aristotele disse che la persona umana è politica. Dunque almeno sono una persona umana. Una pedina? Forse, non so”.
Sul tema dell’epidemia Zika diffusa da alcuni tipi di zanzara, in alcuni Paesi si sostiene che si deve evitare la gravidanza. Lei cosa dice?
“L’aborto non è un male minore, ma un crimine. Male minore è evitare la gravidanza. Qui c’è un conflitto tra il V e il VI comandamento. Paolo VI, il grande, in una situazione drammatica in Africa ha permesso alle suore che rischiavano di usare i contraccettivi. Ma non bisogna confondere il male minore di evitare la gravidanza con l’aborto che non è un problema teologico. L’aborto è un problema medico: si uccide una persona per salvarne un’altra. E’ un male umano. Invece evitare la gravidanza non è un male assoluto.
Ma Lei che cosa sogna?
“Il mio sogno è andare in Cina. Questo mi piacerebbe tanto”.
E alla Vergine di Guadalupe cosa ha chiesto?
“Ho chiesto per il mondo la pace. Ho chiesto perdono per il popolo, che i preti siano veri preti e per i religiosi e i vescovi che siano autentici”.
E su questa Europa che su euro e migranti sembra andare in pezzi?
“Una parola che mi è piaciuta? La rifondazione dell’Unione Europea. Ho pensato ai padri. Ma oggi dove è uno Schuman, un Adenauer? Questi grandi oggi non ci sono. Offro il premio Carlo Magno che mi sogliono assegnare per l’Europa. Alla mamma Europa. Il mio auspicio è che abbia una storia, un’ispirazione che la faccia andare avanti”.
Guardando all’anno della misericordia, qualcuno si potrebbe chiedere perché è più facile perdonare un assassino di un divorziato che si risposa?
“Bella domanda, mi piace. Nell’Esortazione Apostolica post sinodale che sarà pubblicata prima di Pasqua, tutto resta aperto: si riprende quello che il Sinodo ha detto su conflitti, famiglie ferite e pastorale delle famiglie ferite. La comunione è qualcosa che arriva dopo un cammino, non è un’onorificenza da esibire. Dobbiamo integrare nella vita della Chiesa le persone divorziate con particolare attenzione verso i loro bambini. A Tuxtla l’altra sera c’era una coppia di risposati integrati nella pastorale della famiglia. Bisogna integrare nella vita della chiesa le persone sposate con un’attenzione speciale ai bambini”.
C’è un caso che ha fatto clamore sui media, cioè la lunga e profonda amicizia di Papa Wojtyla con la filosofa americana di origini polacca, Anna-Teresa Tymieniecka. Un Papa può avere un’esperienza come questa con una donna?
“Questo lo conoscevo, questo rapporto di amicizia tra san Giovanni Paolo II e questa filosofa, quando ero a Buenos Aires, una cosa che si sapeva anche lì di lei, che si erano conosciuti e che Giovanni Paolo II era un uomo inquieto. Io dirò che un uomo che non sa avere un buon rapporto di amicizia con una donna, non parlo dei misogini, questi sono malati, è un uomo a cui manca qualcosa. E io, per esperienza, proprio anche quando chiedo un consiglio a collaboratori, amici, mi piace sempre conoscere il parere di una donna. Le donne ti danno tanta ricchezza, guardano le cose in un altro modo. A me piace dire che la donna è quella che costruisce la vita nel grembo, questa è una comparazione che io faccio, e ha questo carisma ed ha le cose per costruire. Un’amicizia con una donna non è peccato. Un rapporto amoroso con una donna che non sia tua moglie, è peccato. E il Papa è un uomo, il Papa ha bisogno del pensiero delle donne. Il Papa ha un cuore che può avere un’amicizia sana, santa, con una donna. Ci sono tanti santi amici Francesco, Chiara, Teresa, Giovanni della Croce. Non spaventarsi. Ma le donne ancora sono un po’ non ben considerate, non abbiamo capito il bene che la donna può fare alla vita dei preti e della Chiesa, in un senso di consiglio, di aiuto, di sana amicizia”.
Dopo il suo incontro con il Patriarca ortodosso Kyril, lei andrà al Concilio panortodosso di Creta a giugno?
“Sarò presente spiritualmente e con un messaggio. Mi piacerebbe andare perché sono fratelli ma debbo rispettare le loro dinamiche. A Creta ci saranno però osservatori cattolici dietro i quali ci sarò io”.
E avete parlato anche di un suo possibile viaggio a Mosca?
“Kyril è mio fratello ci siamo abbracciati e baciati. Abbiamo parlato come fratelli e nessuno sa cosa ci siamo detti, perché era un incontro privato e se rivelo una cosa dei punti toccati poi debbo dire anche le altre. E non sarebbe più un incontro privato ma posso dirle che sono uscito felice”.
Ma ci sono preoccupazioni dei cattolici di rito greco dell’Ucraina, i cosiddetti “uniati”, per l’amicizia che fiorisce tra la Chiesa di Roma e il Patriarcato di Mosca. Che cosa risponde?
“Quando ho letto le dichiarazioni dell’arcivescovo greco cattolico di Kiev, Schevchuc, sono stato un po’ preoccupato. Ho rispetto per lui e anche familiarità, perché era il pastore dei greco cattolici dell’Argentina, con sede a Buenos Aires prima che fosse eletto arcivescovo maggiore a 42 anni. Prendendo congedo per trasferirsi a Kiev mi ha regalato un’icona della Madonna della tenerezza, che è una delle poche cose che io ho voluto poi mi fosse portata a Roma dove ora si trova sulla mia scrivania. Ebbene in quell’intervista fino all’antipenultimo paragrafo l’arcivescovo si dichiara figlio della Chiesa e in comunione con il vescovo di Roma. La parte dogmatica è ‘ortodossa’ nel miglior senso della parola, cioè esprime la dottrina cattolica. Poi, sull’incontro, lui ha esposto le sue idee personali. Lui parla sul documento pubblicato a Cuba dopo l’incontro, ma va bene, per l’Ucraina è un momento di guerra e sofferenza. Tanti fedeli mi hanno chiamato e si sentono delusi e traditi. Il documento è opinabile su questa questione, ma dice che si fermi la guerra, che si vada ad accordi, che gli accordi di Minsk vadano avanti, non si cancelli con il gomito quello che si scrive con la mano. Per questo lo capisco. Ma non c’è la notizia, se leggete tutta l’intervista. Dobbiamo rispettare le cose, ognuno ha la libertà di pensare”.
Vorrebbe incontrare l’Imam egiziano di al-Azhar, considerato “il Papa dei musulmani sunniti”?
“Ci sta lavorando il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. E’ andato al Cairo il numero due del dicastero per incontrare il secondo dell’Imam e anche salutare il primo. Io voglio incontrarlo. Stiamo cercando il modo tramite il cardinale Tauran. Questa è la strada. Ce la faremo”. (Repubblica)
Marco Ansaldo
Da sanfrancesco
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